Illusione possibile




C'è un modo di leggere l'umanità molto interessante: noi siamo quello che succede ad una specie messa sotto enorme pressione evolutiva, e questo non perché qualcosa all'esterno è venuto a disturbarci, ma solo perché siamo diventati consapevoli della nostra circostanza e cioè fragili forme di vita marginali e specializzate dove non ci serve.

L'idea è che la vita sia un fenomeno unico che assume le più svariate forme ma in essenza ogni forma poi mira all'immortalità, per cui il vero punto di arrivo di una specie è trovare la strada più accessibile per l'immortalità e trasformarsi fino ad incontrarla.




Le piante ad esempio hanno da tempo sviluppato questa meravigliosa essenzialità del puntare alla Luce, produrre semi (che sono capsule del tempo di memoria biologica) e godere per il resto di quel che viene.

La storia della Vita sulla Terra è sicuramente una grande ricchezza di forme, ma è anche una grande ricchezza di forme estinte, e non è chiaro se il loro fine originario fosse la forma o la sua estinzione; comunque noi ci troviamo in presenza di un grande numero di forme di vita pressoché immortali e poi ci siamo noi, i padroni del Cosmo che però, se si interrompe il ciclo continuo della vita esplicita, ci estinguiamo per sempre...


Houston, abbiamo un problema!


Un timido funghetto, invece, è un organismo molto semplice, unicellulare ma di un tipo sociale che si organizza ad alti livelli di complessità, si nutre di materiale biologico in decadimento quindi privo di effetti karmici, non ha sesso e quando gli serve produce spore che sono tra le capsule del tempo più performanti che esistano, capaci di mantenere il loro potenziale per milioni di anni nel vuoto cosmico e di tornare a sbocciare quando le condizioni tornano favorevoli, su questo o un altro pianeta, non importa.

Altro che astronavi, altro che tute spaziali a forma di scimmia, altro che pianeti da colonizzare con le valigie, la carta di credito e gli ori della nonna...

Inchiniamoci ai funghetti.





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