Non credo alla fragilità




Nel tempo me ne hanno dette di tutti i colori: insensibile, cinico, perfido, etc. Io dal canto mio ho detto a volte che le persone sono piene di ipersensibilità.

Tutto va a sistema se sostituisci la parola ipersensibilità con la parola fragilità: le persone sono piene di fragilità.

Le due parole indicano la stessa cosa, solo da due angolazioni diverse: si tratta di quelle quelle combinazioni della vocalizzazione scimmiesca che hanno il potere di far saltare le valvole a specifiche persone; uno le chiama fragilità e mi guarda come un insensibile pezzo di escremento, io le chiamo ipersensibilità e sbuffo annoiato.




Ci sono due punti focali su questo argomento: l'[io] e le Illusioni.

L'[io] arriva in causa perché quando hai una [fragilità/ipersensibilità] è qualcosa che riguarda il tuo benessere e il tuo equilibrio, è una falla nel sistema di pensiero - non nella Realtà - e quindi è tuo interesse lavorarci e risolvere la questione; solo in seconda battuta e di conseguenza tocca il benessere e l'equilibrio degli altri. Solitamente riguarda un aggrappamento a qualcosa che sta in piedi solo se nessuno lo tocca, quindi per modo di dire.

L'Illusione arriva in causa perché la [fragilità/ipersensibilità] riguarda qualcosa che va in pezzi, ma non si tratta di un oggetto né della serenità del momento: ciò che fa saltare le valvole è una situazione linguistica, quindi concettuale, quindi mentale, quindi nella sfera del costrutto razionale dell'immagine di sé e del mondo, quindi dell'Illusione.

Quando scopro una [fragilità/ipersensibilità] in qualcuno mi si fissa in memoria perché è chiaramente un'anomalia nella piatta ciclicità del mondo; mi infastidisce dover sempre ricordare di girarci intorno quindi va a finire che ci ritorno di proposito, e in questo c'è il giusto mix di egoismo e di altruismo: da una parte lavoro per togliermi un problema che è come un tombino aperto in un angolo buio, dall'altra aiuto l'altro a sbatterci il muso e passare oltre verso un'esistenza più serena e risolta.




Una [fragilità/ipersensibilità] è in sostanza un tappo messo dall'Ego su un argomento che non vuole affrontare perché significherebbe ridiscutere l'intero sistema in profondità, situazione che normalmente si definisce crisi. Troppo sbattimento. Allora il piano diventa richiedere al resto del mondo di fare finta che il problema non ci sia, di introdurre una nuova legge di correttezza politica ad personam così che tu non sia costretto a venire a patti con la realtà ma possa indulgere nelle tue Illusioni ancora quanto ti pare; tutto questo al solo prezzo di indurre una deformazione nel resto del mondo: facile, no? Con questa strategia, se sommi le [fragilità/ipersensibilità] di tutti quanti hai il mondo moderno, in cui puoi fare quello che ti gira solo entro certi limiti e solo nel privato di casa tua perché là fuori è pieno di gente che scivola nell'accesso psicotico per niente: perché vede un capezzolo, perché sente una certa parola, perché ti vede fumare una pianta insolita. E questi sono quelli sani di mente, figurati quelli malati!




Proprio per evitare di essere classificati come malati in massa ci sono soluzioni buone un po' per tutto come le appartenenze politiche o le religioni: le religioni servono a nascondere un sacco di [fragilità/ipersensibilità] standard, e l'appartenenza politica serve a dare un tono ad una serie di altri quadri che non hanno niente di realmente politico - cioè legato all'amministrazione dei servizi pubblici.

Tutto questo è solo una strategia sociale e culturale per gestire le situazioni di incongruenza nel sistema di idee, e io semplicemente non credo sia la migliore. 




Io credo che sia compito ed interesse di ogni persona venire a patti con le proprie falle e risolversi i problemi, per cui quando uno sclera perché casualmente si è toccato un certo argomento non si guadagna un diritto al "rispetto" ma un abbonamento alla ripetizione dell'esperienza, ed è per il bene di tutti: prima affronti il problema con la relativa crisi, prima andrai in equilibrio tu e di conseguenza starai meglio con gli altri, che a loro volta vivranno in un ambiente più semplice e sereno. Nel caso tu abbia pensato di poter andare avanti una vita a imporre al mondo il silenzio sull'argomento sappi che sei capitato male qui: fai prima ad evitarmi che a farmi stare zitto, ed è perché ho scoperto una cosa, ma te la dico domani... :)



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