Primavera, crema d'asparagi e masochismo
Nei giorni scorsi ho passato una mattinata a dare una mano a delle persone, due uomini intorno alla sessantina. Era una bella giornata di primavera, di quelle da andare in giro in maglietta già da metà mattinata - di certo più facile quando utilizzi la muscolatura più della materia grigia - e, finite le nostre faccende, era finalmente ora di rifocillarci.
La mattinata di attività fisica all'aperto aveva lasciato la piacevole sensazione di vaga anestesia corporea delle endorfine in circolo e, nell'ultima mezz'ora, uno di loro ed io avevamo preparato dei tagliolini alla crema d'asparagi, con abbondante olio d'oliva e parmigiano, e preparato la tavola.
La pasta era nei piatti fumante, la porta era aperta e lasciava entrare una fetta di luce solare, un rettangolo di fogliame verde dell'esterno, il cinguettio degli uccelli e il suono lontano di qualche automezzo sulla vicina autostrada, qualcuno che ancora non si era fermato per il sacrosanto pasto. Mentre mi sedevo davanti ai tagliolini osservavo che la situazione era un'immagine della pace.
Sopraggiunge in quel momento anche l'ultimo del trio, mentre il primo si dirige al vecchio televisore alle mie spalle e preme il tasto di accensione.
Un torrente di voci e caos irrompe allora sulla scena, e mentre tutti e due si siedono, l'ultimo arrivato collabora alla situazione brandendo il telecomando e alzando il volume per trasformare il torrente di caos in un getto di cloaca, coprendo completamente qualsiasi delicato suono proveniente dall'esterno. Nel giro di pochi secondi il quadretto di una sorniona giornata primaverile viene allagato di omicidi, stupri, processi, arresti, calamità, corruzione, oscena stupidità e volgare ignoranza.
"Buon appetito!"
Soddisfatti, i due affondano le forchette nella crema d'asparagi. Io tardo di una frazione di secondo nel fare altrettanto, perché devo vincere l'incredulità di fronte alla situazione, devo reprimere la tentazione di chiedergli di cambiare le loro abitudini solo per poi trovarmi di fronte a degli sguardi stupiti e infastiditi, a cui dovrei far seguire una lunga spiega su come la nostra mente contenga quello che noi autorizziamo ad entrare, devo quindi lasciar perdere e pensare solo alla mia crema d'asparagi.
Però io non sono masochista come loro, al contrario sono un Buco Nero, quindi ritraggo il mio Orizzonte degli Eventi fino ad includere solo me stesso e il mio gustoso piatto fumante. Oltre quel punto al margine del piatto il Nulla, tanto la conversazione non era già più tra le opzioni. Non che fosse necessaria in ogni caso, anzi.
Da quel momento in avanti l'Universo è stato crema d'asparagi, assoluta, infinita, eterna.