Zombie show

 


Stasera ero in un locale in Svizzera al seguito di amici musicisti. Locale abbastanza pieno, pianta quadrata, direi una decina di metri per lato o poco più.

L'episodio che racconto è avvenuto verso fine serata, quando l'atmosfera era già ben calda e il front-man della band, un ragazzone dal look tricologicamente messianico e buon intrattenitore, era già un bagno di sudore e tatuaggi ed è sceso dal palco con il microfono in mano intrufolandosi tra il pubblico e andando e condividere i ritornelli con chiunque avesse voglia di essere per un momento al centro della scena.

L'aspetto imbarazzante della situazione è che finché la band è sul palco e la gente è sotto a guardare il palco con la birra in mano tutto fila liscio e appare sensato, non penseresti mai di essere in una situazione alla David Lynch piena di figuranti automatici; ma quando il Messia è sceso tra i mortali abbandonando la postura da rocker scolpita dalle luci e si è avventurato, tutto ha cominciato a diventare surreale, perché gli sguardi sono rimasti fissi sulla posizione lasciata vuota, e pochissimi si sono accorti della Sua venuta.

Ha faticato ad aprirsi la strada in mezzo ai manichini ingessati, è arrivato al tavolino dietro di me dove sedevano un ragazzo e una ragazza, intenti a guardare il telefonino di lui, e si è messo a cantargli vicino, ma niente. Allora si è avvicinato di più, e niente. Alla fine, irritato, ha cantato il verso successivo direttamente nell'orecchio di lui che ha fatto un sobbalzo come se gli fosse esploso il telefonino in mano, ed è rimasto così sorpreso che tutta la faccia è diventata una serie di cerchi perfetti: semplicemente non poteva crederci! Continuava a guardare il palco e il Messia sudato che intanto si allontanava, il palco e il Messia, e alla ragazza con lui, che nel frattempo non si era accorta di niente, ha raccontato l'accaduto senza perdere mai l'espressione stupefatta, come se si trattasse dell'atterraggio di una nave aliena in piazza San Pietro a Roma o qualcosa del genere, insomma è stato un evento di cui non riusciva proprio a capacitarsi.

Intanto il Messia proseguiva nel suo lungo tour per raggiungere ogni anfratto del locale, ma la situazione non cambiava: 9 sguardi su 10 restavano fissi sulla sua posizione lasciata vuota sul palco, e lui doveva scuotere la gente perché si svegliasse e realizzasse che la situazione era cambiata e c'era qualcosa di imprevisto che li chiamava in causa direttamente.

Agghiacciante.

Mi è tornato in mente quello spettacolo di Grillo di alcuni anni fa - reperibile su YouTube - in cui lui ha fatto la stessa cosa scendendo dal palco e avventurandosi nella platea, e la gente continuava a fissare davanti a sé verso il palco e il mega-schermo, anche quando aveva l'originale a mezzo metro che gli parlava direttamente.

È proprio così: apparenza. Facciamo le cose che si fanno e quando siamo nell'evento ci limitiamo ad avere l'aspetto che si suppone che dobbiamo avere, in modo che la fotografia del momento dia l'impressione di qualcosa di logico e sensato, ma i cervelli sono spenti, gli encefalogrammi sono piatti, i viventi per lo più sono morti che camminano, robot, zombie.
 




 

POST PIÙ LETTI DELL'ULTIMO MESE

Perché la figa sa di pesce

13 barzellette buddiste

L'ultimo Messia - di Peter Wessel Zapffe

Attrazione e repulsione nelle relazioni

22 frasi di Lao-Tzu su Vita, Morte e Felicità

W il Cazzo

Meglio il basso "stato vibrazionale"

W la Figa

Il problema del marketing spirituale

Atei vs credenti (e Bohsarkaz che li guarda)