Nichilismo equinoziale (e Sincronicità)



L'anno scorso ho avuto un periodo profondamente "nichilista" durante il mese di settembre, nel quale mi sono astenuto dal pubblicare ciò che scrivevo perché erano post plumbei, tra cui uno - dal titolo eloquente di Auto-Stop - che era l'epitaffio de La forma del Gregge.

Lo stesso nichilismo si è ripetuto nel mese di marzo, 6 mesi dopo, il periodo in cui ho partorito post dal tono cupo come Poltiglia biologica autoreplicante, e ho notato sia l'intervallo che la cadenza approssimativa sugli equinozi; qualcuno potrebbe chiamare queste fasi mali di stagione, e con più ragione di quanto creda.

In sostanza è un transitorio andare fuori equilibrio, il che provoca una riduzione di una qualche energia vitale lasciando il pensiero nudo, così che si dimostri per quello che vale: una serie di verità in assenza di un motivo per cui perseguirle, e questa è già di per sé una scoperta interessante.

Quest'anno aspettavo la fase nichilista non senza timore ma ero tutto preso dal Reality Surfing e l'estate si è allungata un po', così che mi sono ritrovato in fase nichilista con un certo ritardo, cioè tra la fine di ottobre - quando sono arrivati pioggia e freddo - e ieri (sperando che con ieri sia finita!). Un lato buono è che, avendola prevista, ho screditato in anticipo i pensieri suoi figli e quindi non è stata una fossa ma una serie di buche.

Anche questa volta ho partorito una serie di post - non pubblicati - cupi e apocalittici, a tratti feroci, ma ci sono un paio di cose interessanti al contorno di questo: la prima riguarda un'intuizione profonda sulla mia (nostra per molti Te) circostanza geografico-climatico-storico-antropo-sociologica, la seconda riguarda una concezione cosmologica alternativa e orientaleggiante che emerge da un piccolo episodio della notte scorsa.


1) Homo Sapiens = Primate tropicale

Il generico mali di stagione - così come il mio Nichilismo Equinoziale - ha un nome più preciso: Sindrome Stagionale da Deficit di Luce. Tradotto significa: sei un primate tropicale, la tua specie è nata nell'Africa Centrale qualche centinaio di migliaia di anni fa quando quell'area geografica era una foresta equatoriale; le migrazioni dovute ai cambiamenti climatici ti hanno portato a vivere in luoghi a cui non appartieni e a cui non sei adatto: devi coprirti di vestiti, bruciare roba per scaldarti, lavorare per mangiare. A ulteriore sfregio, nei sei mesi in cui il Sole si abbassa sull'orizzonte e la luce diurna diventa fioca e breve e piove che Gaia la manda, la scimmia tropicale che sei vorrebbe morire. Semplicemente.




Si tratta di uno scompenso fisiologico dovuto al fatto che la tua specie è migrata per il globo molto più in fretta di quanto il suo macchinario genetico abbia potuto adattarsi, e questo è il prezzo. Non a caso nei paesi più a nord d'Europa ci sono i più alti tassi di suicidio del mondo, e i suicidi per lo più sono gli astemi, perché gli altri mettono una pezza alla situazione imbottendosi di superalcolici.

L'anno scorso tra gennaio e febbraio ho fatto la mia scappatella culturale in Thailandia e mi sono trovato all'improvviso a passare dalla giacca a vento alle infradito, perché laggiù ai tropici la temperatura media è di 30° no-stop, dal 1 gennaio al 31 dicembre, nelle case non ci sono i caloriferi ma solo e sempre i condizionatori, e laggiù ho capito tutto, perché mi sono riacceso di entusiasmo e voglia di vivere (e di emigrare). In posti del genere non hai bisogno dell'iPhone, del SUV, della villetta con piastrelle firmate e di servizi inappuntabili perché sei felice automaticamente! Anche vivendo sotto i ponti.


2) Sincronicità meteo-umorale

Noi usiamo il termine meteosensibile per indicare qualcuno che risente del tempo atmosferico nell'umore. Causa-effetto. Sembrerebbe strano pensare che sia il nostro umore ad influenzare il tempo atmosferico, non è vero? Comunque sarebbe sempre causa-effetto, e ho un paio di episodi personali da raccontare in questo senso abbastanza sconcertanti, ma scriverò un post dedicato per descriverli che plausibilmente avrà titolo Psicometeorologia.

Il piccolo episodio della notte passata è stato il fatto che ho scritto un post ferocemente nichilista come sfogo profondo e la mattina successiva mi sono svegliato felice e fuori c'erano il Sole e l'aria profumata, come se nella notte fosse avvenuto qualcosa in sincrono sia fuori da me che dentro di me, e tutto si è girato da sotto a sopra.

Il punto è questo: per molti versi la Legge di Causa-Effetto è un elemento culturale, cioè riguarda il modo in cui noi occidentali guardiamo la Realtà, non la Realtà in sé.



Per noi causa-effetto significa Tutto, nel senso che è solo con questa meccanica che le cose possono avvenire, non ci può essere altro legame tra enti ed eventi, avviene solo sul piano fisico (materiale) ed ha sempre un verso dal passato al presente; non ammettiamo che il presente possa essere determinato dal futuro (ad esempio uno scopo) né che possano esistere relazioni non-fisiche tra cose diverse. 

In altre culture c'è un'idea diversa, molto più bella, poetica e probabilmente precisa, che riguarda la constatazione che la Natura ripete gli stessi schemi a scale diverse, ed essendo qualcosa che in parte è fisico ed in parte è psichico, essendo Uno nella sua molteplicità di manifestazioni, lo fa in modi e con conseguenze sorprendenti che giustificano sia l'Astrologia che l'antichissimo strumento divinatorio cinese I-Ching, il Libro dei Mutamenti.

L'idea è che ogni momento nel tempo è intriso di un unico significato in tutto l'Universo, ogni momento è una fase, uno schema che è riflesso in ogni angolo, ogni manifestazione e ogni aspetto dell'esistente, quindi nelle posizioni dei pianeti puoi leggere chi sei e nel lancio di 3 monetine puoi sapere che momento stai vivendo, perché ciò che accade qui e ora contiene in ogni aspetto uno stesso codice, uno stesso significato che è diffuso nel Tutto.

Non è che i pianeti causano la tua natura, non più di quanto tu causi la posizione dei pianeti; la chiave cosmologica dell'idea è che quel momento unico contiene uno schema univoco che in quel momento è ripetuto in ogni dove e ad ogni scala.

In altre parole potresti ottenere lo stesso risultato anche osservando lo stato quantico di una qualsiasi particella al posto della posizione dei pianeti; semplicemente il calcolo della posizione dei pianeti è più accessibile dello stato quantico di una particella.

Fico, no?





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