Stabilità vs Equilibrio






Stabilità è una parola che conosciamo bene: la usano gli Stati parlando dei governi, la usiamo parlando della Famiglia, la usiamo per il nostro stato individuale. Ci impegnamo con forza per procurarci e mantenere la Stabilità, ma - come tutti vediamo - mantenerla non è la cosa più semplice del mondo e, anzi, a volte sembra che proprio non ne voglia sapere.

Perché?

Perché è sbagliato il principio. Molto più corretto sarebbe cercare e mantenere l'Equilibrio, e se può inizialmente sembrare solo una pedante distinzione linguistica, in realtà c'è un'intera visione del mondo di differenza, di conseguenza contiene il bivio tra Successo e Fallimento.


Stabilità implica un blocco, implica una visione del mondo in cui le cose sono sempre le stesse e si muovono secondo schemi preordinati e precisi; nella stabilità nulla cambia mai: la realtà viene racchiusa in regole e meccanismi e ci si aspetta che nulla si muova più - se non nei modi e per i percorsi stabiliti dal Sistema. Implica l'assenza di novità (vedi Vivere intensamente per le conseguenze), o che se queste sono proprio necessarie devono integrarsi nel Sistema ma il Sistema resta, il Sistema va difeso, il Sistema diventa il Fine Ultimo. In un Sistema stabile tu sei una macchina; le tue gioie, le tue passioni, le tue pulsioni, la tua inventiva, qualunque cosa diventa un pericoloso fattore destabilizzante, e devi contenerlo all'interno del disegno, del tuo ruolo. Se non lo fai, il Sistema potrebbe sputarti fuori, sei non-conforme, non c'è nulla di previsto per te, non sappiamo come gestirti, sei parte difettosa e pertanto sei scartato.

Tutto ciò che sappiamo dell'Universo e della Storia, però, ci indica un quadro molto diverso: il reale è un fluido che ribolle, è un frattale in continuo sviluppo, è come una voluta di fumo o una goccia d'inchiostro nell'acqua, che ci mostra un continuo mutamento, un continuo evolvere, un continuo sprigionare creatività.

Equilibrio è una parola molto più calzante ad un qualsiasi Sistema che abbia voglia di fare la propria strada in questa Realtà mantenendosi per il tempo necessario. Equilibrio implica un atteggiamento completamente diverso: innanzitutto non è una scatola che pretende di descrivere e formalizzare tutto, ma è un principio che presuppone un adattamento dinamico. Significa: "so che le cose mutano, e mi adatto e le assecondo tenendo conto di ogni forza in gioco.". Se andiamo al significato originario della parola "Governo" scopriamo che ha che fare con la navigazione, con il tenere il timone; e ciò che descrive il buon Governo è innanzitutto una questione di Visione, cioè anticipare gli scogli all'orizzonte e sterzare quanto è necessario per continuare sulla Rotta, e quindi anche una questione di Rotta, che implica un punto di arrivo o - meglio - una direzione, un puntare da qualche parte, e dato che parliamo di società il punto migliore a cui puntare è il Benessere più diffuso, che come abbiamo detto mille volte non è una questione di Denaro. Benessere è vivere in un ambiente rilassato, umano, bello esteticamente, e l'estetica non si ferma alla forma ma scende in tutte le ramificazioni esplorabili dall'esperienza umana.




L'Equilibrio si riflette a tutti i livelli; se fosse un principio propugnato da tutte le istituzioni al posto della parola Stabilità, scenderebbe nella Vita di ognuno, scenderebbe nel modo in cui affrontiamo le situazioni di tutti i giorni, nel modo in cui aziende e lavoratori si relazionano alla realtà economica in cui si muovono e sarebbe tutto giovamento: considera il Tutto e scegli per l'Equilibrio.

L'Equilibrio ha una splendida sorella che si chiama Moderazione.

Senti invece come adesso la parola Stabilità comincia a puzzare di naftalina, di Casta, di privilegio contro miseria, di scontro con le novità in un mondo in cui tutto deve rimanere immobile in regole ferree e l'unica entità dinamica, che non deve essere Stabile ma in Sviluppo è l'Economia: quando l'economia è Stabile si dice che è stagnante, che è una cosa brutta, significa che non ci sono più soldoni facili da fare per gli squali della finanza, perché l'immagine che abbiamo in questo quadro è una società di automi grigi immobilizzati dalla Stabilità con un solo elemento dinamico, l'Economia, che impazza e deve crescere sulla schiena di tutti e, se va male lei, l'Economia, paghiamo tutti e di tasca nostra. Questo quadro ricorda più una stalla in cui noi siamo le vacche che un prodigio dell'intelletto umano.

La Stabilità si mantiene facilmente in un tempo piccolo: prendi le cose che funzionano, le inscatoli in regole e meccanismi, e sul momento tutto fila liscio. Ma più passa il tempo, più la realtà sotto cambia, evolve, si interconnette, si complica, si fa sfumata alle categorie miopi bianco/nero che in principio hai determinato, e così il Sistema comincia ad andare sotto sforzo, si creano conflitti, e alla lunga il Sistema è destinato a saltare. Non è una possibilità, è solo una questione di tempo.

La "Crisi" che stiamo vivendo, tra le tante altre cose, è anche la tensione che si è accumulata tra una realtà umana che ha continuato a crescere e svilupparsi, andando avanti, e un Sistema vecchio che ormai è sotto pressione, e sta per saltare. Le novità in arrivo in campo tecnologico gli daranno il colpo di grazia nei prossimi anni (vedi La via obbligata sull'uso delle risorse), e a quel punto una rigenerazione sarà non solo in clamoroso ritardo, ma anche inevitabile. Una cosa che possiamo fare noi, già da oggi - ma anche già da ieri - è preparare il campo al dopo, con le idee necessarie ad accogliere un rinnovamento; una di queste sarà spero la sostituzione della parola Stabilità con la parola Equilibrio.






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