Dall'India con sudore - parte 1


Veduta aerea in atterraggio a Delhi.


» 10 agosto 2015, Delhi

L'India è estrema, anzi, l'India è estremi. Di primo acchito può sembrare simile ad altri luoghi in Oriente ma poco dopo comincia a rivelare una natura più peculiare e a tratti inquietante.


Quartiere residenziale, Jaipur


Provenendo dall'aria condizionata dell'aeroporto Indira Gandhi di Delhi, quando le grandi porte a vetri automatiche si aprono sul clima esterno alle 2:00 am, arriva tutto insieme un balzo di densità: un muro di aria calda, umida e speziata di aromi esotici, poi un muro di persone e facce e colori dietro le transenne, vociare, cartelli, clacson, un traffico disordinato e furioso: welcome to India.


Strada di Jaipur


La gente è tantissima, ovunque, inflazione umana: gente, gente, gente, povera, poverissima, variopinta; tante correnti etniche e culturali con tutte le sfumature intermedie, mischiate, accavallate. Molti sguardi opachi, mani sempre pronte a chiedere, con insistenza, con ogni pretesto; per molti la vita è un arrangiarsi in qualche maniera, manovrando rottami arrugginiti, lavorando artigianalmente per poche rupie al giorno. Orde di persone che bighellonano in giro a caccia di un'opportunità, con passo scazzato, con occhi semi-bui. Di notte molti dormono per strada, fa caldo, sempre.


Camionata di bimbi e mamme, Hampi.


Nella stagione dei monsoni il terreno, dove non è vegetazione o asfalto, è terra rossa e umida impastata con rifiuti di ogni genere. Galline, mucche, capre, maiali, cani e scimmie in ogni angolo, i gatti compaiono solo dopo il tramonto. Per ogni animale le relative feci, e gli odori di tutte si sommano alle spezie per andare a comporre l'aroma generale delle città.


Maiali selvatici tra la spazzatura a lato di una strada, Pushkar


Si mercanteggia sempre, ci si intrufola, è un continuo sottile combattimento mischiato a sorrisi e rispettosi saluti, un luogo in cui impari presto - se già non l'avevi imparato - a mappare l'anima delle persone con un'occhiata: il risultato di un ambiente selettivo per mero sovraffollamento, e qui arriva l'ironia: con chiunque parli presto arriva la domanda "hai figli?" a cui segue l'elenco dei suoi, snocciolato con una luce che finalmente gli si accende negli occhi, e poi si apre nei numeri da capogiro dei nipoti. Ovvio, no? C'è sempre una spiegazione.


Taj Mahal, Agra


Le caste sono state formalmente abolite nel 1950 ma sono un tratto religioso e radicato nella cultura millenaria, ci vorranno secoli per cancellarle, e gli intoccabili sono talmente fuori dalla società centrale che molti nemmeno lo sanno; nonostante l'obiettivo religioso sia terminare il ciclo delle rinascite, purificandosi fino alla casta più alta per finalmente dissolversi nella Luce, è chiaro che fare tanti figli negli strati più bassi significa introdurre molte nuove anime impure che faranno la vita degli intoccabili, quando basterebbe non mettere nessuno al mondo per evitargli il problema; ma questo pensiero non pare toccarli: per molti indiani come per molti italiani, il loro mondo sta in piedi solo finché l'ordine dei nonni rimane invariato.


Red Fort, Agra


Dev'essere questo scenario che aveva visto Siddharta Gautama, principe di uno stato del Nord, poi divenuto noto come Buddha, il Risvegliato, perché aveva capito che tutti i problemi e le sofferenze erano risolvibili chiudendo il ciclo delle reincarnazioni a monte, spegnendo la sete di esistenza. Ma, ironia della sorte, i suoi pensieri hanno avuto enorme fortuna altrove, non nella sua India, dove i buddhisti sono oggi lo 0.8% della popolazione che, lungi dall'uscire dal Samsara, ha come unica gioia nella vita lo sfornare a ciclo continuo nuovi disperati che poi faranno la stessa cosa. D'altra parte, se lui era il Risvegliato, significa che gli altri dormivano tutti, sognando il loro sogno culturale, e 2575 anni dopo nulla è cambiato, tranne il loro numero, che oggi è intorno a 1,3 miliardi, quasi triplicato in 50 anni.


Hawa Mahal, Jaipur


» 11 agosto 2015, Jaipur

I primi giorni sono un percorso organizzato con auto, autista, alberghi e guide preconfezionati. Oggi siamo a Jaipur, la Città Rosa, e visitiamo l'Amber Palace, sede per qualche secolo dei Maharaja con le loro mogli e guardie. Siamo nello stato del Rajasthan, India occidentale, verso il confine con il Pakistan e il relativo deserto.

"Credi nell'Astrologia?" mi chiede la guida.


Amber Palace, casa storica dei Maharaja, Jaipur


"Mhmm... Forse" rispondo. Lui rimane un istante interdetto, poi prosegue dicendomi che loro indiani ci credono e mi spiega una serie di cose che più o meno conosciamo, ma il punto è un altro: che razza di risposta è "forse"?


Palazzo della città, Jaipur


"Forse" significa: non credo nel credere o, in altre parole, sono certo di non avere conoscenze certe (ma sono curioso di sentire qualunque ipotesi).


Dettaglio dei portali psichedelici nel Palazzo della città, Jaipur.


Se avessi avuto voglia di intavolare un lungo e destabilizzante discorso, avrei risposto: tutti noi nasciamo in una cultura in cui parenti ed amici credono qualche cosa, e noi per lo più crediamo quello che credono loro o comunque fingiamo di crederci per ragioni di integrazione; sappiamo anche che esistono molte diverse culture ognuna con le proprie credenze diverse dalle altre. Facendo 1 + 1 non è evidente che le credenze della nostra cultura di provenienza, qualunque essa sia, sono solo credenze infondate? Ogni cultura ha idee, profeti, guru, rivelazioni e miracoli, niente cambia mai davvero a parte linguaggio, vestiario, colori e sapori.

C'è qualcuno che ha davvero capito tutto l'ambaradan e ha in mano una qualche risposta vera e definitiva? Non pare proprio: tutti i modelli finora hanno fallito sia nel sociale che nel rispetto del resto del Cosmo. Nessuno ha risposte, nessuno sa niente. Siamo qui e possiamo chiacchierare di tutto, ma lasciamo stare la credenza.


Scimmie nell'Amber Palace, Jaipur


Questo è il mio approccio intellettuale, quando vado in giro amo vedere come le persone vivono e vedono il mondo; in realtà in India quella domanda da una guida serve probabilmente a sondare la possibilità di portare il turista da una sua amica per spillargli qualche soldo in più con un oroscopo, una lettura della mano, un amuleto o qualche altra cosa.

In ogni caso "forse" era una risposta adeguata.

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