333 post su La forma del Gregge!
333 - cattivo solo per metà |
Mano a mano che il numero di post pubblicati aumenta, cambia necessariamente la frequenza con cui mi auto-elogio per la costanza, così ho saltato la celebrazione del 200esimo e del 300esimo ma non mi perdo il 333esimo, così come penso che non mi perderò il 666esimo, che però per giusta approssimazione dovrebbe essere il 667esimo...
667 - cattivo e anche un po' di più |
667, come dice un amico, è anche il numero di chi ne sa una più del Diavolo come le donne, le suocere, i banchieri e gli idraulici.
Non mi dilungo nell'auto-elogiarmi per il lavoro svolto ma noto che sono io stesso stupito della massa di materiale che si sta accumulando pian pianino, grazie alle mie digitazioni per lo più notturne; se avessi voluto farlo al momento in cui scrivevo il primo post, mi sarei sentito schiacciato dall'impresa che mi si parava davanti, ma dato che non ho mai pensato di dover arrivare qui, non mi è mai pesato, e ci sono arrivato in scioltezza. E continuo.
"Un viaggio di mille chilometri inizia con un singolo passo" Lao-Tzu |
Nel frattempo ho notato alcune cose che non erano affatto nei programmi.
La prima è che la massa di materiale che mi sono lasciato alle spalle fa da rete da pesca a strascico, cioè, accanto ad un certo numero di lettori che si tengono abbastanza aggiornati e seguono gli ultimi post perché - suppongo - ogni tanto ci trovano dentro qualcosa di utile o interessante, ormai altrettanti ogni giorno arrivano su qualche vecchio post perché, facendo una ricerca o attraverso qualche link da qualche altra parte, incappano nella rete, magari in un post vecchio di due anni.
Questo fenomeno fa sì che, anche se non scrivo per diversi giorni, le statistiche tengono numeri abbastanza alti e l'incremento di visite uniche è costante; accanto a questo - come qualche lettore mi ha detto - l'assenza di nuovi post a volte è una scusa per andare a perlustrare quelli vecchi alla ricerca di qualcuno che era sfuggito o che gli era particolarmente piaciuto; in effetti, così come io utilizzo Facebook essenzialmente per stimolare l'intestino quando sono in bagno, altri potrebbero utilizzare il mio o un altro blog allo stesso modo, o la mattina in treno, o per finire la pausa pranzo lontano dalle chiacchiere insulse dei colleghi, o in altri fantasiosi modi per tappare qualche buco nella giornata.
Perché no? È sempre un piacere tappare i buchi della gente!
Inoltre di recente ho scoperto che i miei post stanno conquistando posizioni elevate nei risultati di Google su certi specifici argomenti, termini o formule, e dato che i miei sproloqui spaziano dalle Alpi alle Piramidi, non c'è niente che sia veramente al sicuro dal mio inquinamento semantico: la rete da pesca, oltre che sempre più lunga, è anche sempre più ampia. Tutto questo si traduce di fatto in una lenta diffusione osmotica dei miei contenuti nella Cultura italiota, che poi era l'obiettivo originario anche se all'inizio era troppo sopra le nuvole per intrattenerlo più che come colossale illusione. Oggi invece è realtà, e non me n'ero nemmeno accorto fino a qualche mese fa.
Naturalmente la concorrenza dispone di chiese, sQuole, televisioni e quotidiani, apparirebbe una sfida talmente sbilanciata che non vale nemmeno la pena di prenderla in considerazione; ma i vantaggi per uno come me sono diversi:
1 » per smantellare le scemenze del Pensiero Unico basta un petardo ben piazzato nelle sue assurdità; anzi in una soltanto è sufficiente.
2 » anche una sola voce che afferma qualcosa di opposto a ciò che dicono tutti tira una bella riga su quella parola tutti. Dopo, quindi, si può aprire una discussione dove nessuno aveva il coraggio di farlo.
3 » quello che mi diverte non è rivelare una nuova Verità (che non possiedo), ma solo prendere a calci nei denti quella che altri pensano di avere e di dover dispensare a tutti gli altri.
4 » l'Italia è un paese culturalmente a pecora, anche se è tra i più ricchi. Ha molto più senso scrivere in italiano per gli italiani che in inglese come tutti i contenuti da cui prendo ispirazione. Il mio obiettivo non è fare grandi numeri in un grande campo da gioco, ma fare anche un piccolo lavoro in un campo che ne ha veramente, veramente, veramente tanto bisogno. Che poi è quello dove - ahimè - sono nato. Dov'è il vantaggio in questo? Che è un campo ancora fermo al Medio Evo: praticamente è un latifondo vergine dove è ancora tutto da fare: tantissima erbaccia da estirpare e tantissime cose da rifare da zero, o quasi.
Pazienza, un passettino alla volta, e intanto sono già 333.