Il Carcerato, il Joker e il Monaco




Al di là che il concetto di Dietro le sbarre sia piuttosto ambiguo - non è chiaro chi sia fuori e chi sia dentro - ci sono dei tratti che accomunano le 3 figure del Carcerato, del Monaco e del Giullare, che però suona meglio come Joker: joke significa scherzo, quindi Joker è colui che scherza, che ironizza, che prende in giro, che finge.




Il tema di fondo - che chiarisce anche quale sia il lato delle sbarre da cui si sta guardando - è ovviamente il palcoscenico della Società, e lo chiamo palcoscenico perché trattasi di finzione, di recitazione, e direi che lo sappiamo tutti se non fosse che non è vero. Ci sono strati e livelli di comprensione di questo palcoscenico: puoi esserci calato fin sopra i capelli e credere veramente che la superficie sociale sia la Verità o Realtà, puoi giocare di traverso, puoi giocare bene o male, puoi trovarlo odioso e/o divertente e quindi serio e/o comico come fa il Joker, puoi starci dentro oppure starne fuori e se ne stai fuori puoi esserne stato escluso dagli altri giocatori, come il Carcerato, oppure puoi esserne uscito tu volontariamente, come il Monaco.






Il Carcerato non sembra molto diverso dal Monaco se il monaco è di clausura e quindi sceglie di stare in una cella, la differenza è che il Carcerato ci è stato costretto dagli altri giocatori perché socialmente pericoloso, quindi l'hanno messo dentro per tirarlo fuori dalla Società: giocava male e di certo la prendeva sul serio; il Monaco invece si è tirato fuori da solo e la sua è una silenziosa condanna della Società e della Storia in generale, quindi mettersi in una cella equivale a negare e negarsi tutto ciò che per le altre persone sembra così importante - tanto che ne privano il Carcerato per punirlo - e per cui combattono e soffrono continuamente, prendendola molto sul serio.




Il Joker invece sta dentro alla Società ma sa che è una recita e non una cosa seria, conosce molti dei meccanismi della recita che sfuggono agli attori più calati nella parte, è troppo astuto per finire dentro e tutto sommato troppo cinico per usare la propria vita come atto dimostrativo. In un certo senso è un Bodhisattva, un illuminato che anziché godersi il Nirvana resta nella Giostra per aiutare gli altri a raggiungerlo nell'illuminazione, e lo fa attraverso i suoi lazzi:




I politici sono dei Joker, gli elettori fanno sul serio. I comici - chiaramente - sono dei Joker e fanno ridere dicendo velatamente quella verità che in fondo tutti sappiamo ma che non può apparire nelle cose serie sulla superficie della recita, perché altrimenti tutta la recita viene svelata come tale, se quindi appare curioso che i politici siano messi in crisi dai comici, due ruoli apparentemente agli antipodi ma in realtà identici, il paradosso si svela capendo che i politici sono dei Joker che si fingono seri, mentre certi comici sono dei Joker che si fingono comici ma fanno sul serio.

È proprio di fronte a questo tipo di situazioni che il Monaco, che è uno che fa sul serio ma ha anche capito che non c'è niente da ridere, ritrova il sorriso e la leggerezza abbandonando il Gioco e lasciando che vadano avanti gli altri a (non) divertirsi (per un cazzo).




Il Carcerato può essere uno stupido che è finito dentro per qualche scemenza, perché si è fatto prendere troppo da una situazione o dalla sua mente stritolata dai dogmi culturali, ma non è sempre così: a volte è un Joker che ha giocato un po' troppo pesante, altre volte è un profilo più complesso e di certo non è una vittima finita per sbaglio a farsi fischiare il cartellino rosso.




Il Joker a volte potrà anche fare arrabbiare qualcuno ma quello che di certo fa per tutto il tempo è il gioco del vedo/non_vedo sulla tragicomicità del palcoscenico della vita e della Società: lui vede attraverso la recita, e le sue vittime preferite sono quelli che se la sono bevuta tutta come acqua fresca; questi sono affascinati e stupefatti dai suoi giochi di prestigio, non capiscono come faccia ma si rendono conto che lo fa. Magari un giorno capiranno che lui ha almeno una dimensione in più, ed è attraverso quella che gli oggetti psichici e linguistici con cui li incanta passano magicamente dalla mano destra alla mano sinistra.




In Italia la figura del Monaco si chiama Frate, e dato che sta sotto il cappello del Cristianesimo e che vive di elemosina non gli conviene essere troppo sincero con il resto della Società, quindi ha sempre una buona parola per tutti. Ma una delle cose che impari facendo esperienza ed avvicinandoti alla Saggezza è che Le persone non si conoscono attraverso quello che dicono ma attraverso quello che fanno, e analizzando quello che il Monaco (o il Frate) fa e non fa, si vede chi è: non prende parte al Gioco né alla Giostra, non si sposa, non fa figli, non compete, non lotta per emergere. Non ti dirà mai che cosa ne pensa veramente e dato che tu lo vedi nel costume da Monaco ti pare tutto a posto e non ti interroghi; ti pare che le sue siano rinunce, sacrifici.

Ne sei proprio convinto?




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