Perché non ci sarà un altro Einstein




Erano altri tempi, quelli in cui la gente guardava al Progresso con grande speranza. Dalla Scienza e dalla Tecnica piovevano grandi innovazioni: il motore a vapore, poi a scoppio, il volo, il treno, l'automobile, il grammofono, la medicina, l'elettricità, la radio!

L'attenzione della gente era tutta per le grandi menti che scoprivano e spiegavano, aprendo la via a nuova tecnologia e nuova speranza.

Poi la tecnologia e la conoscenza sono diventate carri armati, missili balistici e bombe nucleari, e la speranza è sfumata di fronte alla pazzia degli uomini, ed è stato chiaro che ogni nuova scoperta si sarebbe trasformata anche in una più efficace tecnologia di distruzione. Così l'entusiasmo si è spento, e questa è la prima ragione per cui non ci sarà più un altro Einstein.





La seconda ragione è che le teorie di Einstein hanno riguardato qualcosa nel tessuto della realtà che ha messo in relazione tutte le dimensioni fisiche di cui abbiamo esperienza: Spazio e Tempo, per questo sono state un cambiamento di paradigma. Non abbiamo esperienza di altre dimensioni fisiche, quindi non è possibile una maggiore integrazione. E dato che la Scienza - per metodo - si occupa solo di ciò che può misurare, con la Relatività siamo arrivati al tetto. Ma questo non è ancora l'aspetto peggiore...

Einstein per tutta la vita ha guardato in cagnesco alla Fisica Quantistica, non volendo accettare che la Realtà Materiale fosse tanto Materia quanto Mente, e il fossato che divide la Relatività (adatta per il molto grande) e la Quantistica (adatta per il molto piccolo) rimane ancora oggi, dopo oltre un secolo, un salto da fare nel comprendere e descrivere il mondo, e guarda caso si tratta proprio della scala a cui viviamo: né molto grande né molto piccolo, ma proprio qui, a dimensione d'uomo, dove non servono né i calcoli delle orbite né la dualità onda/particella.



Nel frattempo l'astronomia, da una parte, ha dovuto suo malgrado ingoiare il boccone che osservazioni e calcoli non coincidono neanche lontanamente, e oggi è caccia grossa alla Materia Oscura, che è come la verginità di Maria: non è che qualcuno l'ha vista, è che per fare tornare i conti deve essere così. Cosa non si fa pur di non ammettere che le teorie non stanno in piedi!

Dall'altra parte le notizie dalla Fisica Quantistica non sembrano aver prodotto la crisi nella Scienza che avrebbero dovuto: i biologi e la ricerca medica vanno avanti imperterriti a trattare la Materia come se fosse concreta e come se contenesse ogni spiegazione meccanica di tutti i fenomeni che si osservano, ma l'oscena realtà della situazione in cui ci troviamo è che il livello di complessità dell'Universo, a questo punto, impenna così tanto che niente che noi Scimmie Pazze si possa scrivere su un foglio di carta può renderne conto.

Siamo al capolinea.




I giocattoli che costruiamo migliorano sempre un po' di più, ma un nuovo cambiamento di paradigma della portata della Relatività difficilmente prenderà forma, perché è probabile che a questo punto il metodo della Scienza sia diventato inadeguato: se l'Universo non è quello che abbiamo creduto per qualche secolo, se il Materialismo è poggiato su un assunto sbagliato e se la divisione dualistica tra Mente e Materia è da ricucire, il prossimo passaggio non sarà un'equazione scarabocchiata su una lavagna da un nuovo genio e traducibile in una tecnologia, ma sarà la ricongiunzione all'indietro con intuizioni spirituali più antiche di tutte le attuali religioni, ed è per la verità qualcosa che sta già avvenendo a livello di quella stessa massa di persone che un secolo fa pendeva dalle labbra di Albert.




Esiste la concreta possibilità che siamo arrivati al termine del nostro viaggio nella Materia, e che ora dobbiamo ricongiungerci con le nostre radici, ritornare a quella Madre Terra che non potremo mai lasciare, ripulire il macello che abbiamo fatto, ripulire i nostri linguaggi e le nostre culture da tutta l'immondizia che nel tempo abbiamo diffuso e accumulato, ricostruire i valori arcaici della comunità e della condivisione nella vita semplice, conservando solo il minimo che ci è necessario di tutto ciò che abbiamo imparato a fare, e costruendo una Nuova Cultura, fatta solo del necessario per coesistere alla luce di un Mistero che rimane Mistero.

O, in alternativa, estinguerci, che è credo il risultato inevitabile - e molto prossimo - di qualunque altra traiettoria dovessimo seguire, a partire da quella attuale.



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