Il Grifone




Il grifone di cui parliamo qui è un animale mitologico antico quanto la civiltà, le sue generalità storiche sono su Wikipedia » grifone. Il rigore scientifico vuole che si espongano fatti e non interpretazioni, ma noi interpretiamo, perché dal grifone - figlio della nostra immaginazione e simbologia - possiamo imparare qualcosa su noi stessi.

Il grifone è un misto di aquila e grande felino, in alcuni casi ha anche la coda di serpente, e fin qui sono i fatti. Però non deve sfuggire che questi animali sono predatori carnivori in cima alla catena alimentare: l'aquila domina il cielo, il grande felino domina sulla terra. Se noi umani fossimo anfibi avremmo aggiunto anche lo squalo, il predatore per eccellenza dei mari, creando una figura difficile da immaginare.




Fin qui, quindi, vediamo che il grifone può rappresentare un distillato, un concentrato di qualcosa che ruota attorno ai concetti di predazione e dominio, cioè potenza, eccellenza, spietatezza, sanguinarietà.

Abbiamo un secondo livello di analisi simbolica del grifone quando spostiamo l'attenzione sull'uso che storicamente ne abbiamo fatto, e così vediamo che è spesso presente nell'araldica e più in generale - guarda caso - negli edifici e nelle strutture governative, cioè il grifone è un simbolo molto usato ovunque ci sia una concentrazione di Potere.




Proprio nell'araldica - gli stemmi delle potenti famiglie del passato -  risulta evidente l'associazione tra il castello - la casa-fortezza delle antiche famiglie potenti - e il grifone. Ma la stessa cosa vale ancora oggi negli stemmi delle varie strutture coercitive dello Stato, ad esempio la Guardia di Finanza, dove il grifone difende uno scrigno (il Tesoro) e una scritta in latino significa "non arretra nemmeno se tagliata":




Tornano sempre i riferimenti alla corona, al castello e alle mura, e nell'immagine qui sotto appaiono anche due altre cose che rendono evidente la funzione simbolica del grifone: lo scudo e la spada, rispettivamente simboli di difesa e offesa.




È nello sviluppo storico che ci ha preceduti che troviamo il senso di questa diffusa simbologia del Potere, e il modo in cui può aiutarci a capire meglio noi stessi ma soprattutto il mondo in cui viviamo, per capire meglio perché è come è.

Calati come siamo nel nostro tempo sembra impossibile che solo qualche decina di generazioni fa l'umanità si muovesse su una Terra libera, non uno Stato, non attraversando confini e controlli, non dovendo chiedere permessi per fare qualsiasi cosa: una Terra libera.

Riesci ad immaginarla?




Eravamo pochissimi e sparpagliati, ma la convivenza era comunque, già allora, insieme una necessità e un problema; non c'erano restrizioni di alcun tipo, alle nostre spalle non avevamo Storia, non c'era Legge se non le regole interne ad ogni gruppo, così c'erano sempre gruppi che si separavano da quelli originali per cercare altrove la propria felicità, e migravano, e c'erano incontri occasionali con altri gruppi alieni: a volte potevano andare bene, altre volte meno, dipendeva dagli usi di chi incontravi, e se sorgevano problemi non c'era nessuno a difenderti, dovevi pensarci tu.

E continuavano ad esserci i nemici di sempre: i predatori naturali.




Ecco che gli individui più forti e decisi di ogni gruppo cominciavano ad emergere in questa loro funzione di difesa/offesa, e i più illuminati non erano dei semplici dominatori del gruppo, ma anche dei protettori: la loro funzione era di organizzare, guidare e difendere l'intero gruppo, per questo erano amati e insieme temuti, perché erano a capo dei più forti, coraggiosi e violenti della popolazione.

L'aristocrazia, cioè il Potere dei migliori.

Erano i primi Re, erano coloro che mantenevano un rapporto corpo-a-corpo con la crudezza del mondo reale, mentre le popolazioni protette sotto le loro ali potevano rilassarsi un po' e dedicarsi ad attività più pacifiche, sentendosi sicure all'ombra dello stendardo col grifone che sventolava sopra le loro teste.




Il grifone è una figura ambigua, perché è al tempo stesso spaventosa e rassicurante. In realtà ti ricorda due cose ben distinte: la prima è che il mondo, oltre che un paradiso, è anche un luogo violento e mortale. La seconda è che una porzione di quella stessa violenza può essere dalla tua parte e vegliare su di te o, in qualche caso, puoi tu stesso incarnarla.

Ma c'è anche una terza cosa: non illuderti, non potrai mai eliminare la componente violenta dalla vita. Vivere richiede una potenza di fondo per continuare ad esistere, quella a cui si riferiva Nietzsche quando, nell'AntiCristo, malediceva il Cristianesimo additandolo come ideologia anti-vitale, perché esalta la debolezza in tutte le sue forme, rifiuta il conflitto che è la via della sopravvivenza in Natura e nel mondo, ed è quindi creatore di perdenti attraverso un approccio contronatura alla vita.

Per questo il Cristianesimo è Nichilista, e infatti ha inventato l'Eschaton.




Nietzsche dal canto suo additava la Volontà di Potenza come perno centrale della vita, quella che i moderni naturalisti chiamano Esuberanza della Biologia, o che Schopenhauer chiamava Volontà ponendola a fondamento dell'Universo. Insomma tutto punta nella stessa direzione: dimenticati un mondo pacifico dove tutti sono fratelli e hanno solo la TV a difenderli dalla noia; se fai figli augurandoti che questo sarà il mondo in cui vivranno, stai prendendo un granchio colossale.

Se li metti al mondo, dovranno combattere, e non solo in catena di montaggio o contro il fisco. Dovranno combattere non perché serva a qualcosa, non perché abbia senso, ma solo perché è l'unica via per continuare il Gioco, essendo l'alternativa la non-esistenza, il Nulla.

Non lo chiamerei altruismo.

Ecco perché dico che la consapevolezza conduce all'Eschaton, che non vedere e non capire il meccanismo del Gioco è l'unico modo in cui possa andare avanti, che fare figli è la conseguenza dell'inconsapevolezza e delle illusioni: se hai visto come funziona, diventa sempre più difficile spingere verso il Futuro, perché non c'è più niente che ti tira.





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