Ripensandoci: Matrimonio&Figli




Un recente, delicato commento di un caro amico di vecchia data ha riportato alla mia attenzione il tema Matrimonio&Figli, su cui sono nate nuove riflessioni.

Sul Matrimonio, oltre a quanto già detto fin qui e sui terribili rischi a cui espone per la propria sopravvivenza e il proprio benessere, aggiungo qualche nota più personale, così a scazzo, tanto per dire quanto mi frega della privacy.

Le donne che ho amato e con cui ho convissuto nella mia vita hanno sempre mostrato di mal sopportare il mio modo di vivere, e così anche i loro parenti. Io, dal canto mio, sperimentavo tutti i disagi che ho descritto nel tempo sul tema dei rapporti impegnati ed esclusivi, e questi disagi portavano anche me ad essere spiacevole verso le poverine, in più di un modo; così alla fine la soluzione di tutto è stata toglierle dal problema di dover sopportare il mio stile di vita: tu stai a casa tua e fai quel cazzo che vuoi, io sto a casa mia e vivo come cazzo mi pare, così siamo tutti contenti.

E ha funzionato a meraviglia! È di gran lunga la soluzione migliore, mai avuto migliore rapporto con l'altro sesso come da quando ho deciso di lasciarlo fuori dal mio territorio e dalle decisioni sulla mia vita!




Sul discorso Figli, invece, la situazione è più complessa, perché c'è una cosa che davvero per me resta un mistero! Ma prima un po' di storia.

Mettere al mondo altra gente non è mai stato nella mia to-do-list, semplicemente mi interessavano altre cose. Mi interessava di tutto, ma non quello. Come dire: non pervenuto. L'avere dei figli, un giorno, era forse una cosa sullo sfondo come per tutti, qualcosa che un giorno lontano ti capiterà perché capita a tutti, ma è sempre rimasto là all'orizzonte, una di quelle cose inevitabili come la Morte, che ci penserai quando sarà il momento.

Così, mentre mi occupavo di ciò che mi interessava, un bel giorno mi accorgo che tutte le amiche del cuore dei miei amici stanno ingrassando a vista d'occhio, tutte insieme. Un altro giorno - meno bel - gli sguardi si volgono verso di me, e arriva la fatidica domanda:

"E voi?"

"Cosa?"

A quel punto ci devi pensare per forza, e ovviamente per me la questione continuava a rimanere alla stessa distanza a cui era sempre stata: tipo 40 anni più avanti in un futuro nebuloso, là dove poco oltre scorgi anche l'obitorio.

Ma questo agli amici non andava tanto giù, e questo è il mistero di cui accennavo, che comincia ad apparire. Nelle occasioni sociali i discorsi del gruppo cominciavano ad essere tutti sulle ecografie, i centimetri, le automobili da cambiare e poi gli allattamenti, gli orari delle pappe e via dicendo, una smerigliatura di testicoli indicibile, e se da un lato in quei momenti non vedevo l'ora di tornare ad occuparmi di cose più interessanti, quello è stato anche il momento in cui più di tutti ho rischiato di fare La Minchiata, come se fossi teleguidato.

Per fortuna è andata bene, si vede che sia i miei spermatozoi che gli ovuli della mia amica di allora avevano più lucidità di noi, così nulla di fatto, per il disappunto di amici e parenti che si facevano sempre più sotto con improbabili analisi psicobiodinamiche ed incitazioni che creavano più imbarazzo che altro. Un'epoca orribile, che ricordo plasticosa ed ipocrita.




Ad un certo punto, lo ricorderò sempre, è successo qualcosa: l'Universo ha dato una scossa. C'è stata una volta in cui, appena terminato l'amplesso, la mia amica ha detto:

"Questa volta ci sono rimasta..."

"Speriamo di no."

Quelle parole mi sono uscite dalla bocca in una frazione di secondo, prima che potessi pensarci, d'istinto. Io stesso le ho guardate aleggiare nell'aria come una Rivelazione: che diavolo stavo facendo? Stavo tentando di fare una cosa che non volevo fare? E perché mai stavo tentando di farla?!?

La ragione mi è stata chiara più tardi: è che tutti tenevano tanto a che anch'io mi riproducessi, non hanno mai smesso di martellarmi e non è finita ancora adesso, a distanza di 6 anni! Amici, nemici, conoscenti, parenti, sconosciuti, TUTTI desiderano fortemente che io mi riproduca, e io non capisco il perché.

Qualche amico è diventato addirittura ex-amico nel processo di questa inversione di marcia, o meglio nel mio recupero della traiettoria originaria, che non aveva mai incluso realmente una simile evenienza. Ci hanno provato e ci provano tutt'ora in tutti i modi e con tutti gli argomenti, per nessun'altra cosa ho visto tanto interessamento, tanto altruismo, tanta insistenza e - sì, strano ma vero - tanta indignazione per il rifiuto.

Questo è il Grande Mistero!

Le stesse persone che se gli chiedi 10 euro di contributo spese per la festa te ne danno 5, quando si tratta della tua riproduzione e quindi della tua "gioia della paternità" si rivelano di un altruismo e di una generosità senza pari!

"È un'esperienza meravigliosa! Non puoi perdertela!"

"Poi ringrazierai!"

"Un Vero Uomo fa questo ed altro!"




Quando ribadisco il mio "Attaccatevi, non accadrà mai." regolarmente vedo musi lunghi, indignazione, sguardi bui, bocche a "O", e io questo atteggiamento proprio non riesco a interpretarlo. Dopo il primo livello di persuasione per seduzione, si passa agli insulti e ai colpi bassi nell'orgoglio e la leva della paura:

"Egoista!"

"Non vuoi assumerti delle responsabilità?"

"Non vorrai fare l'eterno Peter Pan?!"

"Rimarrai da solo! Solo come un cane!"

"E quando ti ammalerai e non potrai più provvedere a te?!"

Nemmeno si accorgono di quanto del proprio egoismo meschino rivelano quando passano al secondo livello di persuasione. E comunque rimane ancora fitto il mistero: ma a loro che je frega se io non faccio figli?

Ne ho pensate di ipotesi. La prima è che tutti potrebbero ritenere il mio DNA così raro, raffinato e prezioso da pensare che io abbia una specie di dovere morale verso il futuro dell'Umanità di tramandarlo. Però poi ci penso bene e mi dico: "Naaaa!".

Un'altra è che davvero vogliano condividere la "gioia" dell'esperienza. Però poi penso a come le stesse persone, per altre gioie che hanno, te le fanno annusare con il sorrisetto tipo io sì e tu no, e di nuovo mi dico: "Naaaa!". E d'altra parte, dico: proprio perché non so che gioia sia non mi perdo niente, ti pare? Tu goditi la tua, che io sto senza e sono felice uguale nella mia ignoranza. Se ci provassi e scoprissi che ero più felice prima, non potrei più tornare indietro! E onestamente, guardando voi, vedo una certa scollatura tra quello che dite e le facce che avete! Così a occhio non vorrei affatto essere al vostro posto...

Allora penso che lo considerino una specie di giudizio silenzioso sul mondo che include anche loro, e quindi si sentono colpiti personalmente da un mezzo giudizio di indegnità, come se dicessero: "Ma come, non vuoi mettere una nuova persona in esistenza in questo mondo così fantastico da includere personcine d'oro come me?!?" e qui comincio a dirmi: "Forse fuochino..."

Oppure ancora si sentono giustamente in colpa per aver egoisticamente creato dei figli per sé, mettendoli in questo marasma che loro stessi odiano, e nel momento in cui tu scegli lucidamente di non fare altrettanto riveli il loro pensierino sotterraneo ed inconfessabile? Mhmm... "Sempre più fuochino..."

Ma alla fine una vera risposta non ce l'ho, il mistero del perché sia per tutti così fondamentale che anch'io mi riproduca per me rimane mistero, e nessuno me l'ha ancora saputo spiegare.

...che sia invidia?!?



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