...e Dio distrusse Amatrice come Sodoma
Nel 1755 Lisbona fu quasi interamente distrutta da un grande terremoto che colpì mezza Europa e il Nord dell'Africa, prima con una tremenda scossa e poi con uno tsunami. Il sisma fu così devastante che deviò il corso della filosofia del tempo e della Storia, dato che i Portoghesi cominciarono a interrogarsi sui propri cristianissimi genocidii nelle colonie e sul proprio cristianissimo schiavismo: che fossero quei dettagliucci ciò che aveva tanto irritato l'Altissimo?
Il terremoto, infatti, li aveva colpiti proprio durante la Santa Messa nel giorno di Ognissanti, come se di fronte a tanta ipocrisia Dio avesse detto: "...ma andate a mori' ammazzati!".
Per un credente, quindi, credo sorga spontaneo qualche interrogativo su Amatrice. Che stavano combinando laggiù? Se la sono cercata? Se la meritavano? Oppure dobbiamo pensare che si tratti del solito Piano Imperscrutabile™? Magari tra le vittime c'è qualcuno che sarebbe diventato un nuovo Hitler, o Gianni lo Squartatore, o qualcos'altro di simile.
È anche vero che Hitler non è stato fermato da Dio quando era ancora in fasce, ma dalle truppe Alleate e russe dopo anni di guerra, e nel frattempo aveva goduto perfino della complicità della Chiesa.
Dura raccapezz(ol)arsi.
Uno dei più divertenti paradossi della credenza (non parlo del mobile, ma del credere) è che spesso si sente di persone che hanno la Fede finché tutto va bene e che la perdono quando gira male, come se la verità dell'amore di Dio fosse interamente dipendente dal giudizio del credente in funzione diretta di quanto Dio predilige quel tal credente a scapito di qualcun altro.
Così funziona? Più ti adoro più mi favorisci? È questa l'immensa Giustizia di Dio? Una questione di arruffianamento come a sQuola o in ufficio?
Certi credenti dovrebbero augurarsi che Dio non sia affatto un essere simil-umano desideroso di dominio, perché di fronte ad atteggiamenti furbeschi di questo tipo li fulminerebbe gratuitamente, per la sola meschinità di cui sono permeati. E se al contrario fosse veramente un Dio come un capufficio, che difende chi gli si inginocchia davanti snocciolando adulazioni colpendo chi non lo fa, di un Dio così non potrei avere meno stima.
Una Dea come Gaia, invece, che ogni tanto ha un piccolo brivido sulla pelle e cancella le città degli uomini con la stessa equanimità con cui distrugge i formicai, che non richiede né preghiere né sottomissione, e che non detta leggi linguistiche ma le scrive dentro alle cose e agli organismi, sembra molto più rispettabile, e ci illumina anche un aspetto - molto umano - del misticismo da due soldi di tanta gente.
Quella dedizione a Dio è solo paura, è aggrappamento a questa speranza di allontanare da sé i problemi e rimandare la morte, perché il Paradiso sarà certamente una figata ma più tardi è meglio è, che da peccatori comunque ci si diverte un bel po' e per la Vita Eterna c'è tutto il tempo. Siamo lontani anni-luce da quei primi cristiani che - si narra - affrontavano a viso aperto le fauci dei leoni, nelle prime persecuzioni, piuttosto che dimostrarsi possibilisti sulla propria Fede.
Qui abbiamo l'opposto. Abbiamo opportunisti ipocriti che si arruffianano ma solo finché vedono dei risultati, dopodiché un Dio vale l'altro, non si fa niente per niente e comunque è una questione di essere favoriti tra i fratelli: se proprio vuoi organizzare un terremoto, mio amatissimo Signore, organizzalo a casa di qualcun altro, non da me che sono in chiesa tutte le domeniche!