La psichedelia della Metropoli
La psichedelia della Metropoli. Olio su asfalto Opera mia in collaborazione con la Città di Milano. |
Da qualche tempo mi capita di tornare dov'ero già passato in un'orbita precedente, qualcosa come 25 anni fa: facchino pesante, quello che porta 60-80 Kg alla volta di scorte alimentari, caricati sul carrello, nelle segrete dei ristoranti della metropoli, un mondo mattiniero-ma-non-troppo di ortaggi, pesce fresco, cartoni d'acqua e vino e superalcolici e farina, pelati e funghi per le migliaia di pizze che ogni giorno volano come UFO dai forni alle bocche di gente un po' di corsa: panificazioni discoidali dalla vita intensa ma effimera.
Dai una mano, ti danno una mano.
Dall'interno di un cortile in zona Centrale. |
Poche ore la settimana, restituisce quel che serve ad uno che vive di niente, o meglio la versione più occidentale possibile dell'idea di niente. Diciamo niente macchina, niente TV, e niente un sacco di altre cose anche perché idealmente sarebbe niente denaro, o quanto più vicino possibile a questa perfezione ideale di liberazione dal Male. Mantenuti Internet domestico e mobile + bicicletta e mezzi pubblici, niente famiglia, niente figli: leggero come una piuma, o quasi, verso la Fine della Storia.
È tutta questione di scala: niente significa che poco-più-di-niente è molto qualcosa, quindi con un qualcosa più il resto puoi essere già in bolla. Tutta ottimizzazione, comunque.
Se lavori in ufficio, in fabbrica o comunque full-time impegni moltissimo tempo, la tua vita intera è condizionata dai ritmi del lavoro. Inoltre spesso diventi merce avariata dal punto di vista biologico, sei molliccio e sfiatato, quindi vai in palestra per tenerti in condizioni almeno accettabili, dove spendi altro tempo e parte dei soldi che guadagni al lavoro. Magari a qualcuno va bene, ma a me mhmm... possiamo ottimizzare? Tipo: lavora (molto) meno tempo e fai palestra intanto che lavori, fai il facchino freelance! Un bel piattone di pasta a quel punto è già una grande ricompensa, e il resto in buoni spesa.
Intendo che io faccio un favore a te, ti do una mano, e tu aiuti me; ma non voglio sporcarmi le mani con il vile denaro, quindi tu puoi ripagarmi con un sacchetto di spesa, o due, o 4, a seconda dei casi, puoi farmela, solo pagarmela o passare ai buoni-spesa prepagati, la moneta alternativa del Vendicatore Mascherato!
Intendo che io faccio un favore a te, ti do una mano, e tu aiuti me; ma non voglio sporcarmi le mani con il vile denaro, quindi tu puoi ripagarmi con un sacchetto di spesa, o due, o 4, a seconda dei casi, puoi farmela, solo pagarmela o passare ai buoni-spesa prepagati, la moneta alternativa del Vendicatore Mascherato!
La spada della propaganda contro il vento del cambiamento. Chi vincerà? |
Mangiare, gente! Una volta era l'unica cosa di cui potevi aver bisogno. Prima del Grande Freddo, intendo, prima che noi sapiens-sapiens arrivassimo in Europa. Altrimenti facciamo un giro insieme in qualche magazzino e strisci la carta per il mio cartongesso, o le mie porte, o mi regali una bici, o vattelapesca. Tanto la pensione te la scordi, non so se si è capito... ed è molto più saggio godersi gli anni della gioventù che garantirsi (?) gli anni della mummificazione. Inoltre, con un po' di intelligenza, puoi farti negli anni una garanzia anche più solida di quella statale, ed operativa anche prima di quella statale, che ormai è diventata un privilegio per i Matusalemme.
E insomma il risultato è che, scarrellando, in poco tempo spalle, bicipiti, dorsali e glutei sono diventati palle di marmo. Ah-a! Sputaci sopra, in un primate di mezza età neanche troppo alto.
E insomma il risultato è che, scarrellando, in poco tempo spalle, bicipiti, dorsali e glutei sono diventati palle di marmo. Ah-a! Sputaci sopra, in un primate di mezza età neanche troppo alto.
C'è altro?
Acqua su asfalto taoista, Milano. |
Sì, di interessante approfondisco la natura del Cosmo - se c'è un Cosmo - e le infinite forme che ci si possono vedere. È uno sguardo distaccato? Non direi. Ma neanche melenso ed appiccicaticcio, non direi proprio! Di recente mi hanno addirittura definito "disumano". Mhmm...
È disumano rispondere che dovremmo prima capirci su che idea abbiamo dell'Umano? Credo che questo sia il bandolo della matassa, le cose sono sempre più complicate di quel che appare ad un'occhiata superficiale, e magari non sono affatto quel che appare dalla loro superficie.
La questione è più profonda. È un problema di prospettiva, di scala. Di vedere, pensare e quindi comunicare, a/da scale/angolazioni diverse. È la quantità di software in circolazione nell'ipersfera linguistica, ora, il campo su cui si gioca la partita del mondo, tra chi ha capito l'insidia illusionistica della ragnatela linguistica e chi ancora si agita perso tra i suoi fili.
Nuvole Made in Italy, con solide radici cristiane. |