Il Terzo Polo
Rientro da birra con amico, occasione che è una vera dimostrazione di amicizia perché ho speso la bellezza di 7 euro_di_merda (SETTE!!! Hai letto bene), il che significa che per almeno un mese farò clausura: tante cose brutte si potranno dire un giorno delle mie malefatte ma non che avrò contribuito alla causa della Dea Economia.
La cosa più interessante che è emersa dai discorsi è il Principio del Terzo Polo, strumento iperdimensionale degno delle Singolarità.
Il Terzo Polo è il polo del Vaffanculo con risate a crepapelle, il luogo in cui ti ritrovi quando passi dalla bidimensionalità del dualismo alla tridimensionalità e ti collochi ortogonalmente all'asse dualistico; è quella posizione in cui potresti prendere le teste dei due litiganti, una per mano, e sbatterle una contro l'altra per vedere se si annichilano davvero come Materia e Anti-Materia, o imbrattano solo il pavimento con sangue e (poco) cervello. Potresti ma non lo fai, alla fine tutto si riduce ad un Vaffanculo mentre te la ridi.
Un esempio lampante di Terzo Polo è quello del Movimento 5 Stelle: di certo c'è il Vaffanculo, e le risate stanno probabilmente nella figura del comico che l'ha capitanato. Comunque in questa scena c'è il principio di fondo.
Il discorso è nato quando il mio amico mi ha menzionato il Principio delle Corna Preventive: se tu ti metti insieme a qualcuno e poi ti capita una ghiotta occasione di diversivo erotico ma scegli di rinunciare, quando qualche anno dopo le cose andranno a puttane ti pentirai della rinuncia forzata, quindi meglio seguire l'istinto e poi si vedrà.
Il mio commento è stato: sì, capisco bene, ma qualcuno potrebbe obiettare che così facendo [Polo Nero] tu già dai una piega alle cose che è in vista della dissoluzione, magari sarà proprio questa scelta a causarla, mentre nella scelta della rinuncia [Polo Bianco] rischi di averci rimesso un'esperienza interessante ma hai giocato al rialzo in una chiave ottimistica. In realtà non esiste la scelta migliore: in entrambi i casi corri dei rischi, non c'è soluzione perché il problema è a monte, il problema è il mettersi insieme [Terzo Polo].
È un problema perché nel momento in cui adotti quelle parole come se indicassero qualcosa di reale e significante, ti metti in una condizione in cui ogni direzione conduce potenzialmente al disastro e quindi vivi in acque agitate, ma sei stato tu a creare dal nulla il problema, nel momento in cui hai scelto di vivere in un'illusione: stare insieme, parole inutili e gravide di problemi.
Anche in politica il problema è identico: quanto puoi impiegare, sbraitando ed arrabbiandoti nel difendere l'ineffabile politica di un polo o dell'altro, prima di accorgerti che non fa alcuna differenza?
In realtà non esiste alcun argomento di cui si possa parlare che non sia infettato dal problema del dualismo, ed è solo quando arrivi alla comprensione di questo che ti sposti da uno dei due poli al Terzo, che prima era invisibile perché stava in un'altra dimensione.
Mi pare quasi banale da sottolineare, ma qui nell'Eden c'è una sola cosa da fare: mangiare ogni tanto. Tutto qui, non è difficile. Se pensi quindi all'interminabile sfilza di disastri e tragedie che costituiscono la Storia delle Scimmie Pazze e ci parli un po' insieme ti rendi conto che non esistono vie d'uscita: una volta avviata la giostra linguistica questo cinema tragicomico si fermerà solo con un meteorite di dimensioni adeguate, non ne verremo fuori mai, non torneremo mai più ad accorgerci che il nostro unico problema siamo noi, che nessuno ci ha mai cacciati dall'Eden, siamo noi che siamo diventati così stupidi da non vedere più che ci siamo in mezzo.
Quindi dal Terzo Polo osservi come tutti i problemi del mondo risiedano in essenza in un difetto intrinseco del linguaggio che crea dualismi: se usi il linguaggio tutto si sdoppia in opposti e tendi a collocarti di qua o di là nelle illusioni linguistiche; quando lo capisci ti sposti nel Vaffanculo Ridente, sei nel Terzo Polo, il Polo della Saggezza che non usa più il linguaggio, e tace.
Silenziosamente si sfila.