La vecchina della porta accanto




Ieri esco per un paio di commissioni e incontro una signora anziana che abita da queste parti, aborigena. Saluti, e mi fa: «Come va.». Risposta:

«Sem chi.»

Per chi non conosce il dialetto di queste parti "Sem chi." significa "Siamo qui.". È una delle risposte che sentivo sempre dalla bocca di mia nonna come dalle sue amiche del tempo.

Poco più tardi, dopo aver attraversato la strada parlando del più e del meno, dopo che abbiamo confrontato le nostre età e constatato che lei ha il doppio dei miei anni (anche se io sono in rimonta), è la sua volta di pronunciare una frase tipica delle conversazioni dei nostri vecchi: «Eh... S'em de fà?» che di nuovo traduco per gli xenofoni: "Eh... che dobbiamo fare?".

Due carotaggi nella Saggezza.




Intanto il "Siamo qui." in risposta al "Come va.":

Ti dico "Bene"? Che significa bene? Che va tutto come l'altra volta che me l'hai chiesto, o più precisamente che è arrivata una bolletta salata ma sono anche saltate fuori delle risorse per metterla a tacere? Oppure che qualcuno è morto e qualcuno - sempre lui? - è nato? Oppure che ho fatto un altro 2% di tragitto verso l'inevitabile dissoluzione finale ma tutto questo è scritto nelle leggi del Cosmo?

Oppure ti dico "Male"? E significa più che altro che non sto digerendo alcune delle cose che le suddette leggi del Cosmo hanno portato alla mia porta mentre ho fatto un altro 2% di peggioramento da ogni punto di vista e non ho ancora digerito che tanto là avanti c'è la mia dissoluzione finale?

Oppure evito di colorare in termini positivo/negativo ciò che comunque è, evito anzi di colorarlo in qualsiasi modo, perché non sarebbe che una sovrastruttura emotiva ed inutile al Flusso delle cose; non siamo processi in corsa per raggiungere qualche cosa, non c'è un Fine, siamo occhi che guardano, per questo la migliore risposta, la più precisa è "Siamo qui.", che è vera finché è vera e quando non è più vera non c'è più neanche la domanda.




E poi il "Che dobbiamo fare?", che a questo punto è già più chiaro: è la risposta a qualunque constatazione di un fatto, di un evento, di una notizia, che di nuovo riporta allo stesso punto cioè il Fine, l'Attrattore, ciò che muove e tira tutto quanto ad avanzare nel Tempo e agitarsi tanto per raggiungere chissà che cosa; quando hai più di 80 anni hai avuto modo di vedere e sperimentare tutta una ricca rosa di aspirazioni, scoperte, evoluzioni, mutamenti, e quindi lo sai: non c'è un Fine reale come individuo o ad altra scala, il viaggio verso l'arcobaleno ti ha rivelato la meta per il miraggio che era, né reale né immaginario, un gioco di percezione tra realtà e osservatore.

È solo conversazione, è dirci che in fondo non siamo nemici cantando per un minuto l'uno per l'altro, e dentro al canto che cosa vuoi metterci? La Saggezza sa che non c'è niente realmente da dire, si parla per parlare, si canta per cantare, si balla per ballare e si vive per vivere, che a questo punto è più che altro vedere e comunicare.




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