Buon sangue: non-Mente




In una recente occasione sociale una persona si lamentava della propria tendenza ad andare talmente su di giri col vortice dei pensieri che ogni tanto il sistema-cervello sgancia, va in blocco. Secondo i medici potrebbe essere una leggera forma di epilessia. Dal mio punto di vista, dato che l'epilessia è un allagamento di neurotrasmettitori localizzato, questo è solo giocare con le parole: non si tratta di una "malattia" che ti capita, è una situazione provocata da un uso scorretto dell'organo cervello. È come il dolore al fegato quando bevi grappa a garganella.

Ho fatto in tempo a dirle qualcosa sugli obiettivi della meditazione, e una frase tipo: "in Occidente non ci insegnano ad usare la Mente", poi la conversazione del gruppo si è spostata altrove, e quella mia frase è rimasta lì nella sua ambiguità, dando fastidio perfino a me.

L'ambiguità è questa: può apparire che tutte le nozioni e la spinta a iper-processare tutto siano esattamente insegnarci ad usare la Mente, ma io mi riferivo ad un altro livello del problema, ed è che ci insegnano che più la usi meglio è, che ciò che dice la Mente (programmata dalla Cultura) è la Verità o la Realtà, ma non ci insegnano ad usarla nel senso di trattarla come un attrezzo, come un trapano, che è meraviglioso quando devi fare un buco ma d'intralcio quando non devi fare un bel niente, e non ci insegnano che la Realtà è quel Mistero che hai lì davanti e la Mente con il Linguaggio sta solo illudendosi di star venendo a capo di qualcosa.

Questo, d'altra parte, è inevitabile: ciò che ti insegnano serve a formarti come serve alla Cultura, non avrebbe senso insegnarti che la Cultura e tutto il resto sono solo strutture posticce che servono a dare una forma provvisoria alla tua vita, che in sé è un Mistero immerso in un Mistero liquido e mutevole.




Senza divagare e filosofeggiare, un punto cardine su cui tutti per il proprio benessere dovrebbero fare pratica ed acquisire padronanza è il potere di bloccare la Mente, all'istante. Io lo chiamo "spararle in testa", cioè quando vedo che comincia a galoppare in qualche direzione in cui non è il caso che lo faccia, per qualche ragione, sono spietato: o io o te, cara Mente, e il tuo problema è che comando io. Bang!

Quando spari alla Mente ciò che resta è solo il momento che stai vivendo, il famosissismo [qui e ora], fatto esclusivamente delle cose che hai attorno e della tua scimmia che fa le sue cose in automatico oppure non fa niente del tutto. In questo dominio è sempre tutto tranquillo, l'unica cosa che può essere inquietante è che non hai idea di che cosa significhi l'esistenza di questo [qui e ora], ma se lasci perdere le speculazioni e ti limiti a galleggiarci dentro senza pensieri, tutto va bene ed andrà sempre bene.

Dopo poco i pensieri ricominciano a viaggiare, è impossibile fermarli, ma è possibile non seguirli quando vanno ad infognarsi in qualche strano buco che, in confronto alla grande immagine delle cose, è, in fondo, irrilevante.

Qui c'è un importantissimo cambiamento di modalità da comprendere: vivere non è una questione di capire, comprendere, congelare le cose in schemi mentali. Vivere è un processo in continuo svolgimento, un processo animato che avviene continuamente nel Momento Presente e in nessun altro posto. L'unica cosa che ti serve quindi è il software migliore per galleggiare in questo fluido, perché in base a come galleggi in questo fluido, quindi in base alle tue [azioni e reazioni], che sono entrambe nella tua sfera di scelta, tutto il resto viene determinato, guidato, indotto.




Da buon occidentale ho sempre amato far fare alla Mente incredibili sgroppate, e quasi 500 post del Gregge ne sono una prova evidente, ma qui è dove la lascio galoppare e saltare. Fuori da qui gli unici ambiti su cui può scorrazzare sono le questioni di pianificazione logistica, rapidi giri di verifica sulla situazione concreta della mia scimmia. Al di fuori di quelli non è autorizzata, ed anzi il focus dell'attenzione è sempre spinto verso l'immediato Presente, la Realtà Immediata: la Luce, i suoni, gli odori, le sensazioni in genere; le piante, gli insetti, le persone. Una bella frase che ho visto in giro è:

se ti annoi significa
che non stai facendo attenzione

Per rendere ancora l'idea c'è una bellissima frase che mi ha riportato un amico dopo una visita ad un centro Zen:

fare amicizia intima
con il Momento Presente

Oppure, in casi estremi, quelli che qualcuno potrebbe considerare di emergenza, il focus dell'attenzione può essere ritirato nell'Omega, in quel punto dove essendo Tutto un Mistero non serve più alcun movimento, c'è solo un bellissimo Vuoto. È chiaro che qui si tratta di vincere la Paura entrando con la propria vita in una modalità di Accettazione, di Fede e di Relatività così profonde che anche le idee di vita e di morte si confondono.


Rilassati:
niente è sotto controllo


Un elemento cardine nell'acquisire questa capacità è negare credito alla Mente, cioè entrare nell'ottica che sbaglia spesso e volentieri perché gran parte dei suoi giri sono linguistici e frutto della Programmazione Culturale, e il linguaggio non è la Realtà; che il suo girare sempre a mille non serve ed anzi è dannoso, specie quando si infogna nella rievocazione del Passato o nel tentativo di previsione del Futuro; che tanto non giunge ad alcuna Verità; che anche se sta ferma un minuto - o un giorno, o un anno - non cambia assolutamente niente.




Nelle mie conversazioni con le persone ho visto tante volte questo fenomeno: alcuni si sentono sempre sull'orlo della Verità Definitiva, non riescono a smettere mai di pensare e quindi di parlare, non si accorgono di quello che gli succede intorno o che semplicemente è intorno, e subiscono continue alterazioni dell'umore in conseguenza del continuo processo mentale. Vivono in un film astratto, altrove, e non riescono ad immaginare che si possa solo stare nel Presente con la Mente spenta; quando sentono questi discorsi sulla non-Mente ritengono che sia questione di capirli, ed elaborano su quello, mentre la questione è: STOP!




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