Le parolacce




Chi mi legge da un po' sa che certi post sono puliti, impersonali e formali come dei libri di testo scolastici, altri invece sono gratuitamente volgari, pieni di parolacce che potrei benissimo evitare, tanto più perché non si tratta di registrazioni di conversazioni dal vivo, ma di testi scritti e revisionati. Perché?

Che cazzo ne so?!

Scherzo, lo so benissimo, è che volevo buttarci un cazzo gratuito, e l'ho appena rifatto. Sono già due, voglio arrivare a 10 parolacce prima della fine del post.

E a dirla tutta non è vero che lo so benissimo, ma posso formulare delle ipotesi, tanto per intrattenerci, cioè mi parlo addosso e tu mi leggi addosso, come spesso accade.


Prima ipotesi: Teoria del Caos. Io scrivo solo qui, e c'è la volta in cui sto esponendo una teoria con tutto l'impegno del mondo, c'è la volta in cui sto smontando una teoria altrui, c'è la volta in cui sto aprendo il mio spirito e c'è la volta in cui ho i coglioni di traverso (3 parolacce) e voglio solo mandare affanculo il mondo intero (4).





Seconda ipotesi: personalità multiple. Se dovessi definirmi non lo farei, perché definirsi è limitarsi. Quindi sono sia un filosofo che un coglione (5), sia uno psicologo che un pazzo, sia uno scienziato che un buzzurro, sia un idealista che un suicida latente, sia una persona seria che un comico, sia sincero che performer. Ma non tutti insieme, le varie personalità ruotano continuamente come le cartucce nel tamburo di una pistola, ad ogni pressione del grilletto parte un proiettile piuttosto che un altro.

Cazzo, figata questa immagine! (6, 7)




Terza ipotesi: socialismo rurale. Volgare significa del volgo, popolare, anzi populista (oggi se non sei populista sei out! Tutto è passibile di populismo!) ed è la stessa origine di termini come villano, cafone, bifolco, buzzurro e molti altri. La parola stessa volgare nasce nel punto di vista del borghese ripulito con la puzza sotto il naso che si sente superiore a chi ancora ha contatto con la Terra e la Natura. L'Aristocratico. Non è questa da sola una buona ragione per usarle? Siamo così terrorizzati dall'idea di essere razzisti, e poi non vogliamo usare le parole dei contadini per distinguerci da quella categoria sub-umana che ci mette il cibo in tavola? Siamo così merde? (8)

Chi dà del populista a qualcun altro è razzista. L'uso della parola populismo è razzista. Ironico che sia sempre in bocca ai democratici, e dimostra che si sentono superiori al popolo e che lo disprezzano, cioè che sono di sinistra più o meno come Hitler, oppure che sono i famosi analfabeti funzionali che appestano le statistiche di questo paese. Vi siete sparati in faccia, merde. (9)




Quarta ipotesi: salute mentale. C'è un altro livello, che dimostra la natura nevrotica del rifiuto delle parolacce: sono tutto ciò che riguarda l'evidenza della nostra animalità, cioè le cose che fai nascosto e barricato in bagno e le cose che fai nascosto e barricato in camera da letto. Quindi chi più è infastidito dalle parolacce è chi è più nevrotico e vive in un'illusione di aurea nobiltà immateriale: il borghese costipato. Usare le parolacce a piacere, quindi, è segno di buona salute psichica; avere il completo controllo di quando usarle e quando no, è segno di un intelletto superiore.




Quinta ipotesi: strane teorie. Sì, è vero, metto molto impegno nel blog e mi pongo anche alti obiettivi di progresso sociale, conoscenza, divulgazione, supporto psicologico, ma stranamente non lo faccio né per i soldi né per la fama, mi leggono quattro felini e né faccio il diavolo a quattro per accrescere il pubblico né mi demoralizzo e lascio perdere, con un post volo altissimo e con quello dopo sbrago completamente... qual è il piano?

Non c'è nessun piano.




Ma lascia che ti spieghi a che allucinante profondità non c'è nessun piano: io so di aver messo qui dentro alcune intuizioni profonde che sarebbe anche utile far diffondere di più, ma non mi interessa, perché tanto il mondo rotola comunque in giro come un orso ubriaco in preda alle convulsioni. Non ci campo e non ho in programma di camparci. Chi trova roba utile qui dentro buon per lui, e ce n'è, ma non si può salvare il mondo; io sono anche un pensatore e in quanto tale vedo cose diverse da chi non pensa (ricordiamoci sempre di quel 40%-70% di analfabeti funzionali, abbastanza da essere il mainstream) e di cose diverse ne vedo talmente tante che io stesso non so quale sia vera, se almeno una lo sia, se lo siano tutte insieme comprese quelle in contraddizione diretta tra loro.




Sesta ipotesi: illuminazione. Esagero! Sono illuminato e l'illuminato ha finito con l'illusione della vita, è come un palloncino che tende ad andare su, verso la fusione eterna con la Mente di Dio, quindi il mio problema è trovare delle ragioni per restare giù nel mondo, e questo blog è una delle mie àncore, insieme allo gnocco fritto e alla gnocca in umido (10). Non lo faccio per ottenere un fine.

Il blog è il fine.


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