Un paio di appunti il 2 di gennaio
Mentre io proseguo nella mia campagna in favore del Tempo Ciclico - antidoto alle tragedie del Tempo Lineare dell'Occidente - ho la sensazione che inizi ad esserci una risposta, qualcosa come una sorta di produzione di "anticorpi" da parte di chi ha degli investimenti psicologici nel Futuro ed è orripilato dall'idea di eterno ritorno: a cavallo di questo capodanno ho visto cominciare ad apparire un'idea, a macchia di leopardo, che ribalta la posizione della speranza del miglioramento ("progresso"), ponendola non tanto nell'anno che viene - qualcosa di esterno a sé, come se fosse il mondo a dover cambiare - ma nelle proprie potenzialità di miglioramento. In altre parole, persone che dicono: niente cambia se non cambi tu.
Molto bene, lo considero un passo avanti; sono versioni implicite dell'esplicita frase di Rumi:
Un tempo ero in gamba
e volevo cambiare il mondo,
oggi sono saggio
e sto cambiando me stesso.
Sappiamo che ciò che una persona pubblica sui social, più che rappresentare il suo messaggio al mondo, rappresenta un carotaggio nelle sue personali dinamiche di evoluzione, e ci sono delle fasi piuttosto tipiche. Ad esempio c'è chi da stupidotto auto-centrato passa ad interessarsi di politica dopo aver preso una tranvata che gli ha destabilizzato la vita: è una tipica forma di cambiamento, cioè di espansione dei propri orizzonti, che avviene in conseguenza del crollo del precedente paradigma.
Un'altra fase tipica è quando maturi la comprensione che l'intero discorso politico sta all'interno di un pianeta vivente, e allora conquisti la consapevolezza ecologica, e così via espandendosi, di sfera in sfera.
Non puoi trasformare il modo in cui una persona guarda il mondo finché non sarà lei a constatarne il fallimento, e il fallimento arriva sempre come dimostrazione empirica che c'è di più rispetto a quello che pensavi, c'è uno spazio più grande in cui si nascondevano le cose che ti hanno fatto fallire, così, una volta presa la tranvata, sei disposto a mettere in discussione la tua visione del mondo e ad imparare, il che parte dall'interessarsi a cose che prima sceglievi di ignorare.
Nell'esprimere questo attraverso il linguaggio produci spesso e volentieri dei paradossi che fanno sorridere, come quando dici agli altri là fuori che, se vogliono che le cose cambino, devono cambiare sé stessi, ma non possono farlo se credono di aver capito tutto della vita. E non ti accorgi che, nel momento in cui predichi, sei nella stessa posizione: il saggio è saggio perché sa molto e per questo sa di non sapere, quindi tace. Ma il predicatore - che si prende sul serio nella sua predicazione - sta assumendo di aver capito tutto, ed è in virtù di questa profonda comprensione che ottiene la superbia per predicare agli altri, indicando le vie virtuose, condannando quelle viziose, e mettendo gli altri in guardia dal credere di aver capito tutto.
In pratica sta dicendo: io ho capito tutto e vi dispenso la mia saggezza, voi non pensiate di aver capito tutto finché non la penserete come me!
Naturalmente non tutti quelli che parlano stanno predicando: ad esempio io scrivo perché mi diverto, e non posso che scrivere di cose che sono in movimento tra i miei neuroni, quindi ciò che produco sono istantanee della mia anima. So che potrebbero essere utili a qualcuno, ma non è detto, e comunque chi se ne frega: io mi diverto, ammazzo il tempo, e se qualcuno viene messo in crisi dai miei deliri dovrebbe considerarlo un momento di crescita personale, non prendersela con me. Ma tant'è.
Faccio ogni sforzo per evitare la serietà, è per questo che sono felicissimo dell'eterno primato del post "Perché la figa sa di pesce" su queste pagine: il bacchettone che pensa di aver capito tutto della vita, e che pensa che solo nei posti seriosi e composti si possa trovare del valore, disprezzerà questo posto e continuerà a brancolare nella sua oscurità: il problema è tutto suo.
Per la stessa ragione faccio uso ed abuso delle parolacce, cazzo.
Cazzo figa culo tette.
Chiaro? Non sto predicando. Cioè sì, ma anche no. Diciamo che sono per l'auto-selezione del pubblico, e questo significa che il gusto è più la condivisione che il tentativo di convincere tutti per cambiare il mondo (aridaje).
Bene, ho detto quel che dovevo.
Per chi ama anche andare un po' più in profondità e rivedere quei meccanismi che ho descritto già tante volte, riassumo l'analisi del perché tanta gente spinga nella predicazione e si opponga all'idea di Tempo Ciclico.
Per chi ama anche andare un po' più in profondità e rivedere quei meccanismi che ho descritto già tante volte, riassumo l'analisi del perché tanta gente spinga nella predicazione e si opponga all'idea di Tempo Ciclico.
Ci sono una serie di parole-chiave in questa situazione: Luce e Buio, Insoddisfazione, Speranza, Futuro.
Tutto parte dall'insoddisfazione del Presente, che guarda al Futuro per riporvi una speranza. Dato che il mondo attuale è pieno sia di Luce che di Buio, e il Buio ci dà fastidio perché avvelena il Presente, l'unica cosa che si può fare è sperare che tutto cambi in meglio nel Futuro. Ma è chiaro che questo non può accadere nel Tempo Ciclico, in cui tutto si ripete sempre, restando in equilibrio tra gli opposti, quindi il Tempo Ciclico ammazza la speranza.
Ecco perché viene rifiutato. Studia bene lo schema qui sotto:
Il Lato Oscuro del Tempo Lineare e della Grande Luce della speranza è la formazione del corrispondente Buco Nero, lo vediamo benissimo nel Cristianesimo, un'ideologia profondamente dualistica che ha sdoppiato tutto: un Dio e un anti-Dio, il Paradiso e l'Inferno, la Speranza e l'Eschaton. È in questo modo che la tensione al Futuro del Tempo Lineare e progressivo crea una tremenda ansia generalizzata, e anche una profonda depressione lungo quell'asse che collega gli orrori della Storia alla Fine di Tutto. L'unico dato "positivo" (si fa per dire) è la formazione della tendenza all'Utopia sull'asse che collega la Storia alla Speranza.
Ma la Storia ci insegna anche che le energie utopistiche conducono invariabilmente ai genocidi e ai massacri, a incredibili sofferenze. L'unica cosa saggia che hai da fare è coltivare il tuo campo e mangiarne i frutti, nella consapevolezza che sarà sempre e solo così. Tutto il resto è distruttivo, e più passi tempo a guardare l'immagine qui sopra, confrontandola con la Storia che conosci e la situazione attuale del mondo, più vedrai che sembra proprio vero.
Ma non sto predicando. È solo il contenuto dei miei neuroni.