Uccidere la "Speranza"





Eterna risorge sempre la speranza,
come un fungo velenoso.
(Charles Bukowsky)


Uccidere la Speranza è il mio divertimento da qualche anno, ed è anche molto più di un divertimento, è la liberazione, perché, appena sgozzata la Speranza, si libera in me la danza dell'Essere, l'euforia di quel poco che c'è di buono nell'esistenza, finché dura, e chi se ne frega se questa fosse anche l'ultima riga che scrivo. Ma chissenefrega proprio: non è che abbia ancora granché da fare, da anni mi sto intrattenendo. Ammazzo il Tempo nell'attesa che lui ammazzi me.

Se questa ti sembra un'idiozia, non preoccuparti, è normale. Avrai notato che, dai medici ai politici, dagli economisti ai gerarchi religiosi, fino ai commentatori da social, l'idea che gli altri siano idioti è una costante: ognuno pensa di essere l'unico che ha capito Tutto, che gli altri siano idioti e anche molto peggio che idioti: subumani, antropologicamente inferiori.

La statistica dell'analfabetismo funzionale al 47% è la manna dal cielo per chiunque, perché, quale che sia la sua particolare ossessione, può sempre pensare che chiunque sia di opinione opposta alla sua appartenga a quel 47%; lo stesso avviene a rovescio. Fantastico!

Perché io dovrei fare eccezione? Per falsa modestia?

No, no: anch'io penso che gli umani siano idioti, però tutti, dal primo all'ultimo, completamente e perdutamente idioti. Vuoi che aggiunga me compreso? Ma sì, certo. Me compreso.

Contento? E adesso, quindi, che si fa di bello?




La morte della Speranza è quel momento in cui ti abbandoni sullo schienale della sedia, espirando, con le braccia penzoloni, abbagliato dalla fulgida comprensione che non c'è niente da fare. A parte sopravvivere anche domani, ovviamente. Sopravvivere tu.

La Speranza è il Grande Inganno degli illusi che pensano di poter cambiare il mondo, contratti e compressi, mentre tengono duro nel dare un senso e un'attrattiva alla parola "Futuro". Quelli che vivono nella negazione della realtà sotto gli occhi, allucinati dalle ideologie, dall'educazione e dai media, quelli che hanno un credo e dei valori, degli ideali.

I coglioni, insomma; storicamente gli utili idioti di ogni bestialità in grande stile. E ti sarà evidente, a questo punto, che sono davvero tanti.




Gli zombie che vanno tanto di moda nel cinema americano sono l'emanazione visibile di questa coscienza sporca nell'inconscio occidentale, la sensazione che là fuori sia pieno di esseri praticamente inconsapevoli, teleguidati, invasati da una qualche allucinazione, affamati del cervello altrui, del cervello dei vivi - perché il loro ormai è in pappa.

Mentre vagano senza una meta e un senso, in uno stato che sarebbe impreciso definire veglia, sanno solo aggredire, divorare e moltiplicarsi.

Aggredire, divorare e moltiplicarsi.




Ed è solo parziale il mio compatimento per chi ha fatto figli - in qualche momento in cui ancora non sapeva bene che cosa stava facendo - e solo ora si rende conto. Queste sono le persone che più fanno fatica a digerire il boccone, e sono quelle che hanno i maggiori motivi per permanere nell'illusione della Speranza, peccato solo che questo gli porti una vita rabbiosa, cupa, perché si sentono - e sono - impotenti.

Uno dei grandi bachi della moderna civiltà è che la democrazia è diventata una trappola infernale, in cui la libertà è una moneta falsa, perché esiste solo all'interno della struttura e secondo i percorsi del Sistema, che in realtà è una gabbia, mentre fuori dalla gabbia c'è la morte certa, e in breve tempo. Non hai scampo, il Sistema occupa ogni spazio, ti viene a cercare: tu non puoi starne fuori.

È molto semplice: per avere uno sguardo disincantato sulle cose devi non avere in esse dell'interesse personale; e a me da tempo non frega più un cazzo di niente, per questo vedo chiaro che l'umanità è solo uno dei tanti esperimenti della biologia che è scappato di mano. Tutto qui.

I processi naturali o sono stabili e ciclici, oppure sono esponenziali e dirompenti. La nostra specie appartiene da ogni punto di vista a quelli esponenziali e dirompenti.




Estingueremo metà della vita sulla Terra, saremo gli agenti di una grande crisi di cui resterà traccia nella geologia, e tra qualche centinaio di milioni di anni non resterà più nemmeno quella, nemmeno nei fossili, perché la crosta terrestre sarà stata rinnovata e i resti, nostri e della nostra benedetta presenza, saranno stati fusi nel magma.

Nell'attesa, i tuoi eventuali figli si godranno la stessa felicità che ti stai godendo tu, o magari anche meno - dipende dai momenti storici, e all'orizzonte c'è uno tsunami di merda in avvicinamento alla velocità del suono.

Guardati attorno. Guardale bene le facce. Guarda gli occhi.




È solo quando esci dall'allucinazione sociale che ti accorgi che ogni cosa, nella retorica sociale, è orientata al Futuro, il Futuro è sempre l'obiettivo dietro ad ogni discorso, dietro ad ogni perché, dietro ad ogni bisogna e, naturalmente, ad ogni credo, valore o ideale.

Che ci sarà mai in questo Futuro che inseguiamo da generazioni, che non sia già qui adesso?

E quale sarebbe il valore nel realizzare un Domani che si sia mantenuto uguale a come è Oggi, solo con nuove persone a recitare la nostra stessa parte?

Ma no, magari volessimo solo un Domani = Oggi (conservatorismo). No, la Speranza è che Domani > Oggi (progressismo). Perché tutti sappiamo che Oggi siamo insoddisfatti, ed ecco da dove arriva quel ritornello ossessivo della Crescita™: Domani deve essere DiPiù™, altrimenti non riusciamo a trascinarci nemmeno nell'Oggi.

Più gente, più amore, più soldi, più cose, più tutto, per tutti.

Ma certo.




No, le cose stanno in maniera diversa: c'è sì questa cosa misteriosa che spinge la vita - è misterioso già il framework, che chiamiamo Universo, ed è misteriosa questa energia che si esprime ramificandosi e creando strutture complesse come gli organismi viventi - e questo è qualcosa che abbiamo sotto, alle spalle, come precondizione.

Ma questo non implica che sia intrinsecamente buona.

E questa spinta è tanto più libera di esprimersi quanto più gli organismi sono inconsapevoli. La Natura è dominata da meccanismi inconsapevoli, automatici, è così che, da sempre, avviene la moltiplicazione degli organismi mentre si divorano l'un l'altro, ed è così che avviene anche oggi per tutti, umani compresi. In quest'ottica si vede che l'immaginarci come zombie è assolutamente corretto. 

Viventi, sì, ma non consapevoli.




Proprio ieri ho trovato in giro questa citazione da Fernando Pessoa:

La Decadenza è la perdita totale dell'incoscienza;
perché l'incoscienza è il fondamento della vita.
Il cuore, se potesse pensare, si fermerebbe.

In realtà negli umani esiste la possibilità, il rischio della consapevolezza, ed è per questo che abbiamo la Programmazione Culturale, che ci viene installata quanto prima, in maniera che andiamo in giro con questo paraocchi quel tanto che basta a chiudere il ciclo della vita: mettere al mondo altra gente. A quel punto ci penserà lo Stato ad obbligarci a portarla avanti, pena le più dure punizioni.

La Programmazione Culturale è utile per molti umani, perché senza di essa non avrebbero nulla a guidarli. Per tanti quella resta per tutta la vita la traccia da seguire, ciecamente, acriticamente, come piace alle istituzioni. Se qui avessimo istituzioni forti, uno come me non potrebbe scrivere. Anzi, forse finirebbe in un campo di lavoro in qualche posto molto freddo.

Comunque è per via di questi meccanismi che accade - piuttosto spesso - che qualcuno, particolarmente determinato dopo un improvviso risveglio, stermini tutta la famiglia prima di suicidarsi: è l'unica soluzione praticabile, se non riesce prontamente a ridere della Grande Fregatura che ha scoperto all'improvviso.




A questo punto mi resta solo da fare un doveroso distinguo sulla definizione di zombie: a volte in passato ho definito così me stesso, ma il senso è diverso.

Gli zombie che ho descritto prima sono tali in quanto seguono ciecamente istinti, programmazione e allucinazioni sociali, senza rendersi conto di quello che stanno facendo ("Padre, perdona loro, perché...").

Nel mio caso ciò che intendo è, come dicevo sopra, che non me ne frega più un cazzo di niente. Se vuoi, puoi chiamarla morte dell'Ego. Se invece pensi che questo sia il mio Ego che parla, pensalo pure, non me ne frega un cazzo. Come io la vedo è che non c'è più niente nella mia mente che mi tenga qui, è solo che questo corpo è ancora vivo e fa delle cose.

Anzi - meglio - c'è solo un corpo che fa delle cose, e qualcosa che lo guarda farle mentre vede anche un botto di altra roba, di cui una certa parte è traducibile in parole, e una piccola parte finisce in questo blog.




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