Discussioni e Silenzio




Per anni ho partecipato all'accumulo di informazione e alle dispute su temi politici e sociali, e di recente sono stato inserito in un gruppo on-line composto per lo più di giovani studenti, riuniti dal comune interesse per lo scambio di idee e l'analisi collettiva di vari temi sociali, culturali e politici.

Ho ben presto capito che la mia partecipazione attiva sarebbe fuori luogo: il mio punto di vista odierno è molto diverso dal loro, praticamente su un altro piano. Però osservarli, ricordandomi quando anch'io ero come loro, è interessante, inquietante, divertente.




Vedo quell'energia, quella voglia in ognuno di affermare il proprio punto di vista su qualsiasi argomento, quella convinzione in ognuno di vedere la Verità, e dalla mia posizione odierna questa energia mi porta dritto ad una domanda che non gli pongo perché potrebbe non essere capita o far crollare tutto.

La domanda è: che cosa pensate di ottenere, con questi sforzi, per la vostra vita concreta?

È una variante della domanda "Che cosa vuoi?" che è una delle domande da non fare mai perché mette quasi sempre in crisi. Ed è anche vicina alla domanda "A che scopo?" che invece mette in crisi i più basilari fondamenti degli automatismi culturali. Ad esempio chiedendo "A che scopo ti sposi? Per ottenere cosa?" in 9 casi su 10 si mandano a monte le nozze. No, più facilmente si mandano a monte un paio di amicizie.

Ma la questione resta ed è importante per capire il passaggio di modalità nel guardare alle cose.


"Siamo tutti nello stesso gioco, solo a diversi livelli.
Abbiamo a che fare con lo stesso inferno, sono solo diversi i demoni."


Se un ragazzo di 25 anni è infoiato per distruggere il capitalismo o il comunismo o per sbeffeggiare i vegani o i carnivori, da dove prende l'energia per vedere questa importanza nella cosa? Che cosa pensa di ottenere in concreto? Che cosa vuole? Perché lo fa?

Dalla mia posizione attuale vedo questo quadro: in essenza vuoi rendere il mondo un posto migliore perché per come oggi lo leggi ti fa schifo; stai lottando per la tua Felicità - che in un mondo letto così non riesci ad avere - e in questa tensione soffri, perché ti rendi conto che c'è un'enorme massa di resistenza da spostare, per raggiungere qualcosa che attualmente ritieni potrebbe risolvere i problemi del mondo, dandoti così la Felicità.




E va benissimo, per carità, finché ti pare di intravedere la possibilità vai così, non sarò certo io a demotivarti nel momento in cui sei più pieno di energia e hai in mente solo i quattro riferimenti concettuali che ti hanno dato la sQuola, la società e i media. Mi ricordo com'è: pensi di aver capito tutto e vuoi cambiare il mondo prima dell'inverno. Chi ha 20 anni più di te è un matusa già rincoglionito e ormai inservibile, si può contare solo sui giovani.




Peccato che i suddetti giovani abbiano ognuno una ricetta diversa per qualsiasi cosa, quindi bisogna scambiarsi le idee - cioè ognuno tenta di convincere gli altri della propria - e alla lunga capiranno che questo è il problema principale; la definizione dell'Ego impone di avere una posizione peculiare e diversa da quella di chiunque altro, così si discute ma non si arriva mai veramente a qualcosa, e comunque non conta perché tanto il mondo è in mano ad altri e per il resto non è in mano a nessuno, anzi, sono gli umani che sono in mano al mondo.

C'è un assunto di fondo di cui mi pare nessuno si accorga mai, ed è l'idea che per forza si debba arrivare ad una qualche posizione assoluta che vada bene per tutti, una specie di ricetta definitiva per la Felicità che sia valida per ognuno. Ancora più in sintesi è l'idea che la comunità debba essere globale e che ognuno debba essere un modulo - come un mattoncino di Lego, uguale agli altri - in questa comunità globale. Ancora più in sintesi: tutti insieme e tutti uguali, volenti o nolenti.




Ecco, io col tempo sono giunto a sospettare che proprio quest'idea sia la mostruosità di fondo che rende la società umana così plasticosa e falsa, le vite individuali così insipide e frustranti, quando non causa addirittura stragi ed epurazioni come nei secoli bui del Cristianesimo imperante o nei paesi dell'Est convertiti al Comunismo.

Alla base c'è l'Infelicità di fondo del vivere, che tutti cercano di esorcizzare esercitando Potenza e anche Violenza sul mondo nell'Illusione che l'Infelicità se ne vada cambiandolo, mentre la realtà è che resterà lì fintanto che ti illuderai di poter avere la Felicità, il famigerato mondo fatto tutto di Bianco, senza Nero.




Quindi vedi che questo, il modificare veramente il mondo nell'illusione di migliorarlo, è il modo più sicuro per creare Infelicità a tappeto e che è completamente inutile: questo ideale di società perfetta è il Santo Graal della Storia recente, qualcosa che si è cercato ma non si è trovato, e intanto la sua ricerca ha prodotto quasi tutte le sofferenze aggiuntive. È il solito anello - tanto per cambiare - il solito Ouroboros, il solito cane che si morde la coda, che non potrebbe non esserci perché in quel caso sparirebbe Tutto.

Quindi personalmente non tollero più che qualcuno mi dica come devo vivere e che cosa devo fare, e me ne frego dell'esportabilità del mio modus vivendi. Cercare di vivere in un modo che sia condivisibile da tutti è un'idiozia già in linea di principio, puoi benissimo prendere la faccenda come » Io che devo sopravvivere in questo ambiente alieno « e nessuno può dire che sia una strategia invalida. O, meglio, può benissimo dirlo: che te ne frega?




Se da un lato una certa organizzazione delle società è inevitabile, dall'altro è inevitabile che si divida la torta con il caos puro dell'anarchia di fondo in cui i forti schiacciano i deboli, i furbi fregano i tonti, l'occasione fa l'uomo ladro e del potere si fa uso ed abuso: la logica naturale che pervade tutto l'Universo non può essere eliminata e sarà sempre co-presente ai tentativi di creare la Città di Dio.

Ancora peggio di così: l'Energia della Vita, quel reattore che sta dentro di te e che da giovane spinge a manetta, quello che nella giungla ti servirebbe per ridurre in fin di vita gli altri maschi - o provarci e finirci tu - e saltare addosso a tutte le femmine, qui nella Civiltà non può sfogarsi, e gliela vedo addosso a questi giovani, sono frementi di questo ruggito che non può sfogarsi e quindi si sfogano sul tastierino dello smartphone. Come il sottoscritto, d'altronde, pur con le sue varianti. È la Civiltà con le sue gioie: non potendo scaricare il fulmine sul mondo, finisce che lo scarichi su te stesso nel tentativo di annichilare il Tutto e quindi anche il disagio della situazione.

La Storia è un continuo ribollire in cui si mischiano fattori così numerosi ed eterogenei che non si avrà mai stabilità e l'Equilibrio sarà sempre transitorio. In questo quadro non c'è atteggiamento meno funzionale dell'iper-controllo e dell'iper-regolamentazione, perché i problemi di adeguatezza di queste strutture nel mondo che cambia si sommano ai problemi concreti dovuti ai mutamenti fattuali ed ideatici.




E in questo quadro comunque anche le istituzioni sono entità chiaro-scure, in parte utili e benevole con il cittadino e in parte espressione della violenza di fondo della vita, quindi dominatrici e vampiresche. Sono in parte la forza organizzatrice della comunità e in parte una truffa ordita da furbi e approfittatori.

Un altro problema ancora è che il modo in cui la società viene organizzata - se proprio lo si vuole fare - può essere uno solo ed è l'espressione meno idiota possibile della visione della vita della persona media, a cui tu potresti non corrispondere, cioè ci sarà sempre qualcuno che non corrisponde al modello, senza contare che anche gli altri sono per lo più stati condizionati ad essere come sono sulla base di come si viveva nei secoli precedenti con le modifiche dei decenni precedenti, per cui dicono quello che pensano senza rendersi conto di quanto lo patiscono, e infatti sono tutti nevrotici.

Infine - ma non meno importante, anzi forse in cima a tutto - il mondo è fatto di Linguaggio, cioè sta insieme grazie ad un castello di idee che non hanno grande radicamento nel Mistero della Realtà, è un magma di virus linguistici in cui la gente naviga con la convinzione che siano la Verità, ma non lo sono, e quindi quando anche si riuscisse nell'impossibile impresa di essere tutti d'accordo attorno al tavolo, si starebbe sbagliando comunque, e le cose non funzionerebbero come ci si aspetta.

Tutto questo insieme e shakerato ben bene.




Nel momento in cui ti accorgi che, alla luce di tutto questo, tu non hai alcun potere reale e che comunque l'impatto sulla tua vita concreta della tua partecipazione alle discussioni è prossimo allo zero, perdi ogni interesse perché hai perso ogni illusione. Le istituzioni, le masse e le idee che le guidano entrambe sono strutture che stanno lì come le montagne, che come le montagne lentamente cambiano ma mai abbastanza in fretta per seguire l'evolvere dei tempi, costituendo di fatto il più gigantesco fattore di freno e quindi di conservazione dello status quo.

I problemi delle persone e del mondo sono l'attrito tra la Realtà in continuo mutamento e il Sistema di Idee che tenta di abbracciarla, di inseguirla e addirittura si illude di guidarla.

Di nuovo, non c'è niente da dire. C'è solo chi l'ha capito e chi no o non ancora. Come dicevo, una volta che sei al mondo puoi scegliere di guardare queste cose come grossi predatori lenti e stupidi che occupano il panorama, e fare la vita che ti pare, per come tu l'hai capita, tenendoti a debita distanza da questi mostri, oppure gettarti nella mischia e farti il fegato a palla finché non ti ricoverano.

Oppure - se hai tempo e voglia - apri un Blog e cominci a delirare a tavoletta, così, tanto per farlo, senza aspettarti né risposta né pacche sulle spalle, è solo scaricare a terra l'elettricità statica, perché alla fine non serve assolutamente a niente.

Come tutto il resto.


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