Essere e Stato


"Lo Stato è in ritardo!"

"Sì, ma perché gridi?"

"Perché non è accettabile! Mi sento indignato, anzi: Indignato Speciale!"

"Invece sei coglione. Lo Stato non esiste se non in ritardo."

"Eh?!"

"Minchia... lo Stato è ciò che è stato. Più che chiamarlo Stato che devono fare?"

"Ma cosa stai dicendo?"

"Se io adesso tiro fuori la pistola che ho nei pantaloni e ti sparo in testa, lo Stato è ciò che arriva ore o giorni dopo ciò che è stato e analizza, indaga, cerca e magari mi blinda e mi mette in galera per ciò che è stato. Capisci? Lo Stato non esiste nel presente, lo Stato esiste solo in virtù di ciò che è stato."

"Vaffanculo tu e i tuoi scioglilingua!"

"Scioglilingua è uno scioglilingua, si fa fatica perfino a leggerlo."

"Be' vaffanculo!"

"Andrò. Comunque hai capito la questione? Lo Stato è il participio passato dell'Essere. L'Essere è la vita reale, il presente vivente, dove tutto è possibile. Lo Stato è l'eco, è la massa semi-cosciente della memoria di ciò che è stato, di come si è fatto e detto e pensato prima, che tenta di raggiungere il presente per ricondurlo alla forma che fu. Esistere in ritardo è la sua natura. Lo Stato è conservatore per sua natura, non per scelta politica."

"Ma che cazzo ti fumi? Scolopendre vive?"

"Lascia stare. Ti prendevo in giro! Ahahah sì certo, lo Stato è in ritardo, ma dalle prossime elezioni vedrai, oh sì, dalle prossime elezioni..."

"Ma veramente hai una pistola nei pantaloni?"


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