Socializzazione del suicidio: strage
Circa a metà del lungo post Discussioni e Silenzio emergeva un tema: quello del collegamento tra felicità individuale e organizzazione sociale. In parte è un'idea, in parte è un fatto; ed essendo in parte un'idea è anche in parte un'illusione.
C'è chi trova la felicità stando fuori dalla società, è la figura dell'Eremita. L'Eremita è una figura estrema, simbolica, ma è l'espressione di una tendenza possibile, che fa da contraltare all'idea che tutta la felicità sia da ricercare nell'ambito del sociale: siamo sempre all'interno di una polarità, quella tra [individuo e società].
Nel post sQuola mettevo in evidenza uno dei paradossi della nostra società con la sua tendenza liberista o neo-liberista, ed è il fatto che la società ti obbliga a farti formare da essa secondo un certo modello, ma poi sei per fatti tuoi e se ti gira male devi arrangiarti. Questo è un po' paradossale: perché dovresti costringermi ad avere una mente fatta come dici tu, delle cose che dici tu, se poi non mi fornisci l'ambiente adatto alla sopravvivenza di questa mente?
E la Società, attraverso una bocca illuminata, potrebbe rispondere: perché Noi tentiamo di darci un ordine e una struttura, ma nel tempo in cui riusciamo a darci una forma, la Storia e la Realtà sono cambiate e quella forma non funziona più, in parte o del tutto.
Quindi, all'interno di questo quadro e della sua enorme complessità e ricchezza di possibilità, esiste un caso preoccupante su cui vale la pena di porre l'attenzione: una persona portata all'estremo può incolpare la società della propria condizione.
Non c'è niente di stupefacente in questo: è già Normale™ che le persone sfoghino sull'ambito politico, sociale e culturale le proprie frustrazioni. Tutti gli inferociti commentatori del Web, molti lettori di giornali, molti sostenitori di certi politici manifestano questa idea sottostante molto forte: perché io possa essere felice la società deve cambiare così e cosà, oppure al contrario: io sono infelice e arrabbiato perché a livello sociale questa cosa e quest'altra non mi vanno bene.
L'Eremita se ne frega di quello che fanno e dicono gli altri. L'Eremita sta per conto suo proprio perché ha capito che il più grosso problema del mondo è la dimensione sociale, mentre se ti arrangi da solo magari avrai una vita semplice ma di certo sarà quieta, silenziosa, lontano dal frastuono e dall'azzuffarsi delle masse per ottenere non-si-sa-bene-che-cosa.
In questo quadro generale, quindi, possiamo considerare il caso di picco, l'estremo: qualcuno che è profondamente convinto che la propria oscillazione tra [felicità/infelicità] sia dovuta alla società, quindi agli altri, e nel momento in cui sprofonda in quella che potrebbe essere la Mente del Suicida, proprio perché lui si considera elemento della società e dipendente dalla società, diventa la Mente dello Stragista.
Al di là delle questioni politiche, etniche, culturali, religiose e così via, che di certo possono avere un impatto e facilitare piuttosto che depotenziare certe pulsioni, questo che ho descritto è un caso possibile e certamente di rado estraneo negli episodi di strage. Alcune stragi possono essere ricondotte a certe questioni politiche, ma molte altre - e molte di quelle ambigue - ricadono nel quadro che ho descritto; non a caso il paese in cui attualmente il fenomeno dilaga con maggiore evidenza sono proprio gli USA, la mia analisi era già contenuta nel post Ordine vs Caos e maggiori dati e tabelle sono nei link di Strage di San Bernardino, USA.
Quello che sta succedendo non era mai apparso in queste pagine, è un'idea che mi svolazza in testa da diverso tempo, ed è che la Guerra, nel mondo che si globalizza e interconnette, passa dall'essere orizzontale (geografica, tra popoli di lingue e culture diverse) all'essere verticale, cioè fra strati sociali, fra sottoculture, e in ultima istanza può essere semplificata - con cautela - in una guerra tra ricchi e poveri.
La forma che questa Guerra assume è quella che sfugge alle maglie del Controllo, quindi consiste soprattutto in quegli episodi che eludono l'intercettazione di comunicazioni tra parti di strutture organizzate e centralizzate, in altre parole sono gli individui che sbroccano e si mettono a sparare sulla folla alla luce del principio [colpirne uno per educarne cento], che viene solo amplificato in [colpirne cento per educarne 100 milioni] e se non ci sono le armi ci sono i camion. Questo schema possibile - e molto probabile - ha attualmente sia forma locale e puntiforme - l'individuo alle strette che sbrocca - sia forma globale, più organizzata - il Terrorismo.
Manifestino abusivo fotografato ad Amsterdam un paio di anni fa |
Alla luce di questo, quindi, ai miei occhi è chiaro che:
la direzione obbligata verso cui il Sistema si muove
è quella di portare il mondo verso l'Equilibrio
con politiche locali e globali di assistenza minima capillare
O chiamala redistribuzione se vuoi. Ci vorranno decenni, certamente, e non mancheranno mai i casi che comunque sfuggono all'intercettazione - vedi il caso del pilota di linea che si suicida per il divorzio, e già che c'è si porta dietro anche le 200 persone sui sedili nella stiva - ma la direzione di massima è quella e diventerà sempre più chiaro. Ricordo sempre che senza matrimonio non c'è neanche il rischio di divorzio.
In Italia, ad esempio, l'assistenza a [profughi, immigranti, rifugiati politici, clandestini, _________] è un costo morto ma ha l'immensa funzione di mettere queste persone nella condizione di non dover temere per la propria sopravvivenza e poter essere quindi rilassati e guardare avanti, anziché irrompere in branco in un supermercato o in una villa e depredare tutto e tutti.
La direzione è quella, ed è ingegneria applicata alla risoluzione di un problema concreto con la migliore efficienza energetica. L'Occidente ha un po' di colpe da scontare e un po' di sensi di colpa eccessivi, fin qui è arrivato con l'Intelligenza e con l'Intelligenza può gestire il nuovo problema ad un più alto livello; aggiungerei che tutto sommato se la sta cavando bene, ma è tempo di alzare l'asticella.
Infine rimane fermo e ben saldo che questo vale solo al 50%, l'altro 50% è lavorare sul software individuale, cioè è un lavoro culturale importante da fare, un'intenzione globale con effetto di trasformazione individuale. Abbiamo bisogno di software per la mente, frammenti di informazione, aforismi, loghi, concetti, e a livello così "basso" che entrano per via subliminale: le scritte sui muri, gli adesivi sui pali, l'Arte in genere. Portare il nuovo software a popolare il sottobosco fisico in cui la nostra scimmia si muove nell'Era dell'Informazione.
Quindi, nel frattempo, a livello di strategia individuale, un consiglio potrebbe essere quello in questo video: Omega Point » 5 « Un nuovo pianeta