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Proseguiamo con le chiacchiere.

Per l'ennesima volta, nel mese passato, il Gregge ha rischiato di essere dichiarato finito. Avevo già preparato la data: 15 marzo alle 5:55, pubblicando il 555esimo post, che sarebbe stato quello conclusivo, a 5 anni esatti dal primo. Come me e te, anche il Gregge è sempre in bilico tra la vita e la morte, e come noi permane tuttavia.

Tra allora ed oggi, il 20 marzo - me ne sono accorto all'ultimo - c'è stato l'equinozio, e qualcuno magari ricorderà la mia storica tendenza alle fasi di Nichilismo Equinoziale.

Ora il Gregge sta ripartendo così, con chiacchiere sul più e il meno, più per chiacchierare che altro, perché le idee "alte" mi hanno un po' stancato. No, non esattamente, ho le mie solite speculazioni in corso, ma non ho più la voglia di scriverle: appena comincio ad intravedere la complessità e la ramificazione che il discorso avrebbe in forma scritta, mi scende la fantasia. Tra l'altro quel particolare filone sta inerpicandosi a livelli quasi imbarazzanti per commistione di astrazione e ordinaria esperienza, ne parlo sempre volentieri dal vivo quando si capita sul tema, ma scriverne mi perplime.

Rileggendo il me stesso di qualche anno fa vedo in trasparenza l'urgenza e la passione che eruttavano, ci sono state delle fasi, degli stadi, e tutto quel processo di elaborazione in 5 anni è arrivato effettivamente da qualche parte. La ragione per cui ho seriamente pensato di concludere è che davvero qualcosa in me sembra essersi concluso.




Un mese fa, forse più, mi sono accorto che la mia mente era diventata estremamente silenziosa, non avevo più niente da dire, e questo dovrebbe essere bene, perché suona di saggezza. E non è male neanche da vivere, se non fosse per il fatto che stare a guardare la lancetta dei secondi che fa uno scatto al secondo, dopo qualche giorno comincia a diventare noioso.

Già molto tempo fa avevo intuito e scritto che il mondo è rotondo, cioè che ogni suo tassello sta al suo posto esatto per formare la sfera che è. Avevo anche alluso al fatto che questo è vero a tanti livelli: non solo il banale livello geologico, ma anche quello ecologico, anche quello sociologico, fino a quello logico. Sfere nelle sfere, sfere astratte, insomma: un'ipersfera.




Questa è la ragione per cui non c'è niente davvero da dire, e per cui tutto quello che ci siamo detti e ci stiamo dicendo è più che altro intrattenimento, è il Tempo da passare e da riempire, la lancetta dei secondi da cui distogliere gli occhi.

È tutto talmente sferico che non di rado può coglierti il dubbio che sia tutto solo il tuo caleidoscopico sogno dell'esistenza, ma qui siamo al confine del solipsismo, e non ha senso che lo scriva per altri che, oltre quel confine, non esistono.




Sono i miei soliti discorsi astratti incomprensibili?

Nel caso, questo è il distillato concreto: mano a mano che capisci pezzi del mondo e come siano collegati con molti altri, ti rendi conto che ognuno di essi è al suo posto perché nell'insieme il mondo sia come è. Tautologico, dirai tu. L'aspetto un po' magico è che alcuni di quei pezzi sono assurdi visti di per sé, ma acquistano significato se inseriti nell'immagine globale, perché solo così essa può esistere... e, se vogliamo, solo così tu puoi esistere. È qui che si incontra il confine col solipsismo.

In altre parole non è logico che l'Universo esista e nemmeno che tu esista. Perché possiate esistere, servono un certo numero di assurdità. Quando ti rendi conto di questo, non hai davvero più niente da dire, perché se annullassi quelle assurdità, anche tu cesseresti di esistere. Chiaro?

No?

Appunto. Ecco perché alla fine si parla di Mistero ;)


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