Perché i blogger non sono "persone serie"




In quanto animali sociali, gli umani sopravvivono grazie alla società, la quale è organizzata e regolata come è per via di un processo millenario di errori e correzioni, che hanno prodotto lo stato delle cose che vedi attorno a te. Abbreviato in Stato.

Questa organizzazione è come un formicaio, i suoi processi ed equilibri non sono del tutto chiari a nessuno - come alle formiche non è chiaro il funzionamento del formicaio - ma una cosa che è assodata, per lo meno tra gli antropologi, è che le istituzioni hanno la fondamentale funzione di ridurre le estreme conflittualità e violenza innate negli umani.

In questi tempi di buonismo e ipocrisia sfrenati tutti sembrano dimenticare che un gruppo di umani è sostanzialmente come un barile di nitroglicerina.

Per questa ragione i conservatori, prudenti, non vogliono cambiare niente, mentre i progressisti, profondamente insoddisfatti dallo stato delle cose, vogliono cambiare tutto o almeno un po', per ragioni - sia ben chiaro - assolutamente umanitarie ed altruistiche (è il loro spregio dell'altrui egoismo che li rende certi della propria superiorità morale).




Entrambe queste figure, il prudente conservatore e il forsennato altruista alfiere della giustizia sociale, sono previste nel Sistema, che vuole conservarsi per durare ma anche essere flessibile e capace di migliorarsi, e c'è un modo preciso di farlo: tutto questo è integrato nell'architettura istituzionale, per cui, se hai qualcosa da dire, ci sono strutture deputate al lavorìo del progresso che dettano la linea, e a te non resta che adeguarti e appoggiarle o, al limite, parteciparvi.

Insomma si viene a creare questa curiosa situazione per cui, al di fuori delle strutture istituzionali, nessuno dovrebbe dire niente, perché la cosa più prossima alla Verità può scendere solo da due fonti: la vetta dello Stato per ciò che riguarda la concretezza della vita, e la vetta della Chiesa per ciò che riguarda la concretezza della metafisica.

Quindi perché mai, caro blogger, dovresti dire la tua fuori da lì?




L'idea di fondo, quindi, è che quando vieni al mondo devi infilarti nella struttura del Sistema, e basta. Devi assumere un ruolo e sparire lì dentro: se ti senti portato a fare il Pulcinella diventa un Pulcinella, se Pantalone un Pantalone, è così semplice! Scegli la tua maschera!

Eccoci quindi al tasto dolente: quando pensi che il blogger non sia una persona seria, e ricordi che persona significa maschera, molte cose diventano chiare all'improvviso.

Innanzitutto per fare il blogger non hai bisogno di alcun riconoscimento esterno, l'accesso è libero a tutti, qualunque scimmia può mettersi a saltare su una tastiera e dirsi blogger. Quale altra maschera sociale offre tanto agio? Non c'è il minimo controllo dell'accesso da parte delle istituzioni (vorrebbero, ma non possono (ancora)) sia dal lato autore, sia dal lato lettore.

Quando si dice che la libertà fa paura... ed è per questo che non ce n'è davvero, e quando essa spunta dal cilindro del futuro - come è successo con Internet - scatena immediatamente il panico nelle istituzioni!




Infatti, oggi, se dobbiamo dare una definizione precisa di "fake news", è questa: qualunque informazione che non provenga da una maschera inserita nella struttura istituzionale, cioè da qualcuno che abbia tutto da perdere se esce dal seminato, cioè che sia una persona ricattabile, quindi una persona seria.

Serio, in effetti, che significa?

Sul dizionario troviamo qualche definizione che fa capo ai concetti di gravità, responsabilità e competenza, ma tutte queste sono in realtà soggette al riconoscimento istituzionale, quindi serio è solo ciò che è stato ammesso dal Sistema, tutto il resto è risibile e da scartare. Per questa ragione un'informazione falsa non è una fake news se proviene da una fonte blasonata dal Sistema, mentre un'informazione vera è fake news per definizione se la sua fonte ne è esterna.

Per fortuna - e finché dura - oggi, da queste parti, non usa più eliminare gli umani scomodi, ci sono metodi più raffinati e incruenti, per cui si comincia a denigrare un'intera categoria a media unificati e il gioco è fatto. Se poi si ha anche l'appoggio del più grande social network, la guerra è vinta in partenza.

E poi si vaneggia di libertà...




Ma non finisce qui: i tempi che stiamo vivendo, definiti dai più acuti osservatori come il crepuscolo delle democrazie occidentali, vedono una trasformazione per cui alcuni hanno una visione molto chiara delle cose e del futuro verso cui muoversi, al punto che non hanno più rispetto nemmeno dei processi democratici. Ci sono opinioni, aspirazioni e sentimenti che non hanno più diritto di esprimersi e di essere riconosciuti, nemmeno secondo le vie istituzionali. Siamo in un viaggio di trasformazione a tappe forzate verso un'idea del futuro che alcuni vogliono ad ogni costo e che - loro ne sono certi - non potrà che funzionare a meraviglia e renderci tutti più felici.

Poi ringrazierete! - paiono dire.

Può essere.

Io forse, anche se ne dubito fortemente, e quatto quatto comincio a tirarmi più lontano dalle zone dove esploderà il bordello.

I miei figli no di sicuro, perché nemmeno gliela propino una vita, tanto meno in un impero che si disfa da solo.

I loro figli, magari, li ringrazieranno. Dopotutto è per loro che stanno rischiando tutto.
Stiano pronti alla riconoscenza nel loro Radioso Futuro.




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