No gain, no pain
Ribellione all'idea della denatalità occidentale o italiana?
Ieri mi è sorto il dubbio che qualcuno interpreti il mio Estinzionismo come un'ironica denuncia. C'è ironia, certo, ma non è una denuncia: denuncia implica un giudizio negativo, che riconduce alla dualità bene/male, e questo non sarebbe da me. Al contrario, vedo come un atteggiamento ingenuo, infantile, l'opporsi all'onda del momento storico, e per di più ho il forte sospetto che l'estinzione sia in qualche modo la vera destinazione dell'avventura biologica: la vita è una grande illusione, un agitarsi come falene attorno alla lampadina, bruciacchiandosi le ali di continuo in cambio di niente, finché non si capisce il trucco; quando qualcuno viene fulminato dalla comprensione dell'inghippo può dirigersi col cuore in pace verso l'Eschaton.
Io mi considero in questa categoria, e non vorrei stare in nessun'altra. È stata dura arrivare fin qui, in vetta. Me la sono sudata.
Vedo, però, che attorno tantissimi inneggiano alla vita. Sono furiosi, depressi, spaventati ma ne vogliono ancora, non gli basta mai, e quando vedono il fatidico annuncio di qualcuno su Feisbuk "è nato PincoPallino, 2945 g per 29 cm" si ammassano creando il mucchio di [mipiace] più grosso che questo qualcuno vedrà mai in tutta la sua vita.
Questo è ciò che Buddha chiamava Samsara, il Circo di quelli ancora persi nell'illusione, che lottano e soffrono per niente eccetto l'unico risultato concreto di mandare avanti il Circo, grazie al nuovo arrivato PincoPallino che viene a divertirsi un mondo insieme a noi, jihadisti e non.
Si strappano le vesti per il declino della Civiltà Occidentale, per il declino dell'Italia, e io non posso che meravigliarmi di tanto coinvolgimento per cose che non esistono. Vorrei dirgli: Fammi vedere un Kg di Civiltà Occidentale, o di Italia, o di Unione Europea... queste cose non esistono se non nelle loro teste, e prendersela a cuore è psicosi. Psicosi di massa.
Inoltre, tra Natura e Storia, dovremmo avere ben chiaro ormai che la vita non è propriamente una figata: è una continua lotta con pochi vincitori e tanti vinti sul breve periodo e con sconfitti e basta sul lungo periodo, perché l'unica cosa che va avanti, se qualcosa va avanti, è la specie, e sul lunghissimo periodo nemmeno quella. E a te che cosa ti frega della specie, per l'esattezza? Avrai al massimo il problema dei prossimi 100 anni se hai messo al mondo PincoPallino, perché ti senti in colpa per averlo ficcato in questo casino in cui mica tanti si divertono davvero.
Penso che tutti questi fenomeni siano la fioritura visibile del problema invisibile della Morte. L'Ego non vuole morire, per cui punta sempre alla GrandeLuce nel Futuro, il polo opposto al BucoNero della Fine della Storia. Il risultato è questa tifoseria sfegatata per la vita a tutti i costi che - ne sono convinto - se andassimo ad indagare presso i tifosi non saprebbe giustificarsi: per loro è solo ovvio inneggiare alla vita, perché il BucoNero a loro è invisibile, l'hanno rimosso, per questo ne manifestano gli effetti senza capirne l'origine.
Quando prendi atto del BucoNero, invece, e guardi quindi le cose nella loro interezza e non solo nei lati luminosi, non ti opponi, non ti arrabbi né fai il tifo, il discorso cambia. Diventi la falena che se ne sta posata da qualche parte mentre le altre si accalcano attorno alla lampadina. E ironizzi sull'estinzione, perché quell'esistenza da falene, vista per quello che è, ai tuoi occhi diventa patetica.
Una delle immagini più evocative della mentalità orientale è legata al concetto di non-sforzo, cioè l'idea che la sofferenza scaturisce dall'opposizione al Flusso. Quando non accetti ciò che è e la direzione in cui le cose si muovono, inizi a soffrire. Quando vuoi esercitare una pressione per resistere all'onda, è lì che ti fai male.
Se noi occidentali abbiamo il No pain, no gain, cioè che non hai profitto senza sofferenza, gli orientali fanno il ragionamento inverso, No gain, no pain, cioè se non ti metti in testa di avere di più non soffri. Dipende, a questo punto, se preferisci non soffrire o avere di più, e dall'osservazione di noi stessi appare chiaro che la dilagante depressione iraconda deriva dalla mentalità capitalista del profitto ad ogni costo, dall'equivalenza idiota Benessere=Ricchezza, e anche da questo dissennato inneggiare alla vita.
Per cui abbiamo un paradosso: la gente tenta di rendersi felice avendo di più, e a causa del desiderio del di più ottiene sofferenza.
In altre parole: soffri perché vuoi essere felice.
D'altra parte se non puoi essere felice allora non ha senso né continuare a vivere a tutti i costi né tanto meno mettere al mondo qualcun altro che avrà lo stesso problema, così arrivi all'Estinzionismo per direttissima, la soluzione definitiva di ogni male. Ecco perché a me appare così ovvio ma anche ecco perché tanti vanno in giro confusi e farneticanti come se avessero preso una botta in testa: perché nulla in quell'approccio ha senso, quindi se non si sforzassero di essere sempre abbastanza confusi dovrebbero passare da questo lato estinzionista della barricata, dovrebbero smettere - come ho fatto io - di fare i complimentoni a chi si riproduce, e insomma... collasserebbe tutto il teatrino delle illusioni umane.
No, preferiscono vivere nella Grande Illusione, in Matrix, recitare la parte e non avere problemi col resto della società, che su queste cose - che sono un nervo scoperto - è piuttosto suscettibile.
Lo sapevi? È facilissimo scoprire quando in una persona tocchi un grave conflitto o un contenuto psichico rimosso o negato: ha una reazione emotiva di spiccata irritazione, di disagio.
È quella che vedi quando dici che non vuoi figli, e sorridi sereno. Tanta gente si innervosisce subito.