Il Grande Vuoto



Ogni tanto mi piace buttarmi in qualche esperienza estrema, così oggi, dopo qualche anno di astinenza, ho rimesso piede in un Centro Commerciale. Il più grande d'Europa!!1 dicevano, il che pare fosse una bufala, comunque grande, sì, da scarpinarci in lungo e in largo e su e giù per i due piani.

Sono sempre affascinato dall'umano, e dopo tanto tempo lontano da quell'ambiente ho riavuto, più forte di anni fa, quella sensazione di straniamento dalla gente.




Già anni fa il popolo dei centri commerciali mi dava un che di indefinibile, plasticoso, ma al tempo avevo la sensazione di essere io - in netta minoranza - che avevo qualcosa di strano.

Oggi invece la situazione è ribaltata, se dovessi metterlo in parole direi che vivo normalmente come un alieno in visita sulla Terra, perciò osservo tutto con stupore e fascinazione, senza pormi la questione di me stesso: sono alieno, è normale percepire come alieno chi mi è alieno, ed essere da costui percepito come alieno.




Ma ancora oggi non riuscivo ad afferrare che cosa ci fosse di strano in quegli alieni. Che siano le luci? L'atmosfera condizionata e magari arricchita di ossigeno, come nei casinò, per renderti euforico e spendereccio? O questo è complottismo? Salcazzo.

Poi però comincio a mettere a fuoco qualcosa.




Tutti sono perfettini. I maschietti ingellati e rasati, le femminucce con la piega perfetta e il colore variopinto. I vestiti precisi, le borsette precise, le scarpe lustre, tutti sembrano pronti per la foto della vita, da mettere su ceramica per la pietra tombale. Vai in giro e potresti essere in mezzo alle figurine del rendering3D del progetto, solo che sotto al trucco ci devono essere persone in carne ed ossa, così come dietro ai pannelli alle pareti ci devono essere fasci di cavi e tubature abitate da insetti.

Decine e decine e decine di negozi, e qualcuno mi ha fatto notare che erano solo di 3 tipi: bar/ristoranti, cose di casa, ma soprattutto vestiti, vestiti, scarpe, vestiti, orologi, vestiti, vestiti, scarpe, vestiti, vestiti, vestiti. E MediaWorld. 4 tipi.

Un negozio di strumenti musicali? Una libreria? Un negozio di modellismo? Belle arti?




Lo so: pedanteria nostalgica, vero? Queste cose esistono, ma non nei centri commerciali, o certamente non in questo. Esistono in qualche anfratto noto solo a quelli del giro, e hanno subìto nell'ultimo decennio di SognoEuropeo™ una spietata selezione naturale; ormai avere un'attività del genere è diventato una tale impresa che è più facile chiudere, e restano solo i più tenaci, che raccolgono le briciole di mercati pressoché defunti.

Ma il punto è la gente.

Perché i soldi per i vestiti e il parrucchiere li ha. È una scelta di investimento, e investe tutto per riempire la pancia e per decorare la propria superficie. Fine. È una iper-convergenza verso il [condiviso da tutti]. Vedi, in queste parole, quei [con-]? Il [con-], chiaramente, è la negazione dell'individualità, della specificità, dell'unicità vera o presunta che è l'unico tesoro che ognuno avrebbe da coltivare, esplorare, portare alla Luce, ed è dove nascono le presunte glorie dell'umanità.

Altrimenti siamo formiche, insetti.




Poi, certo, possiamo adornarci di belle frasi sull'infinito che abbiamo dentro, ma ho la brutta sensazione che per tanta di questa gente l'infinito sia finito tutto su quei due metri quadri di epidermide e il primo centimetro immediatamente al di fuori.

Tutto qui, ragazzi? Il Dono della Vita™, etc?

È a questo che mi riferisco quando parlo del degrado assoluto prodotto dalla visione del mondo dell'Occidente. Vedo questi ragazzi fondamentalisti della prova scientifica e in questo sento anche un che di karmico, perché questo l'ho desiderato, 30 anni fa, quando parlare del rapporto tra la Chiesa e Galileo era una bestemmia ed ero l'unico stronzo che si azzardava... ma l'esito è tremendo: speravo si liberassero del Cattolicesimo dogmatico e si incuriosissero dell'Universo, invece si sono ridotti a superfici curve prive di un lato interno e aggrappate ad un dogmatismo per nulla diverso da quello degli inquisitori dei Secoli Bui.

Galileo era un nessuno che anziché unirsi al coro dei dogmi del suo tempo ha guardato fuori e da solo li ha affrontati, pagandone lo scotto. Lui come molti altri prima e dopo, come anche Gesù stesso. Questa è l'ennesima solita vecchia Storia, che non è mai una questione di dove stia la Verità, ma una tensione tra le illusioni sociali e le verità dell'[io], che per definizione non possono essere con-divise, se non fino ad un certo punto.




Lo scientismo materialista tende al dogmatismo rigido e nevrotico nello stesso modo in cui lo fanno le religioni, e non stupisce perché questo non dipende dalla fondatezza degli argomenti ma dalla psicologia delle persone. Quindi non c'è strumento che non possa essere usato male, per offendere il prossimo ed erigere palizzate tra le persone A e le persone B. Il che poi è sempre il nostro caro vecchio Ego, sempre il nostro caro vecchio problema del conflitto, del Nemico, che non c'è ma si inventa, sennò non resta più nient'altro che una Paura senza nome e senza volto. È il discorso che facevamo tempo fa sul Fondo, e si collega per un'analisi più teorica al dipolo emozionale Amore/Paura.

A ciliegina conclusiva, su questi meccanismi si innesta il lavoro dei furbi, che cavalcano le energie sprigionate dalle distinzioni linguistiche; oggi con il linguaggio ci si governa: "Vedi questo cane? È un gatto". Si fa così, e tanti se la bevono, se viene dalla TV o dai giornali o da qualche fonte che considerano attendibile.

Si bevono tutto.



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