Momenti di Saggezza


Sto attraversando uno di quei momenti in cui spesso ho spunti per dire delle cose, apro la bocca e prendo fiato ma nel momento in cui dovrebbero cominciare ad uscire le parole vedo che la semplice idea da comunicare suonerebbe talmente strana, talmente distante da qualsiasi cosa usuale, che richiederebbe di essere incorniciata in una fittissima ragnatela di premesse ognuna appoggiata su un'altra ragnatela di premesse.

E la bocca si richiude con uno scatto.

Troppo sbatti. A che pro poi? Vedo un tale tsunami di non-sense ovunque attorno, un tale bordello di follie affastellate una sull'altra, una tale psicosi dilagante che il solo pensiero di provare ancora a mettere quel minimo di ordine mi scoraggia.


L'elenco delle premesse comincia a riempire pagine su pagine nella mia mente: è troppo. Troppa roba, che porta troppo lontano dal punto in cui siamo e che è solo una gocciolina in un oceano di frastuono informazionale costituito dallo strepitare della massa, dai balbettii dementi dei giornalisti, dai deliri dei porporati, dalle pagliacciate della politica, dalla follia delle strade.

Vado in giro leggero col mio misto di sogghigno e sorriso, presente ai grandi alberi invisibili ai più e incontro donne con lo sguardo annebbiato chiuse nel loro fantoccio casto e puro e confuso, maschi truci che mi squadrano trucemente con truce incomprensione, perché loro non sentono più gli odori dei pollini e non vedono più il colore del cielo, sono solo rinchiusi nel loro truce fantoccio da macho, che sente in bianco e nero e vede in bianco e nero.

La sensazione che tutta la follia e la stupidità accumulate nei secoli stiano arrivando ad un qualche punto di rottura è forte, ma pochissimi vedono le vie d'uscita dall'allucinazione di massa per cui ciò che accade è che ogni giorno il mondo diventa più folle, ogni giorno più assurdo e strampalato.

Questa sensazione mi elettrizza, ma per tanti è solo spaventoso e sconcertante. Ci sono rischi, certo, ci sarà un prezzo e sarà alto, ma quelli che pagheranno di più saranno quelli che non hanno voluto capire fino all'ultimo. D'altra parte il gioco è difficile, la nebbia delle illusioni fitta e insidiosa.

La "Crisi" non ha ancora neanche cominciato ad arrivare ed è molto più complessa del mero piano economico: questo momento storico è come quando hai i piedi piantati nella sabbia della battigia e l'acqua comincia a risucchiarti via i granelli da sotto per il montare dell'onda in arrivo.

Siamo a quel risucchio.

Quando l'onda arriverà spazzerà via ben più dei posti di lavoro. C'è profondo bisogno di un reset generale, abbiamo atteso troppo per prendere coscienza della situazione e riprendere in mano il timone; ora si risolverà da sé, e senza guardare in faccia a nessuno.

Tsunami a ore 12, amici miei. Oscura il Cielo.


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