Il 5%: demografia e reincarnazione
Per la serie Tesi estreme ed impopolari racconto un episodio di questa notte, quando sono passato a trovare un vecchio amico.
Al mio arrivo aveva le palpebre stanche e calate a mezz'asta sulle iridi, ma non appena il discorso ha preso una piega più profonda rispetto alla nostra consuetudine ho visto i suoi occhi tornare ad illuminarsi. Sono passato da lui perché nei giorni passati, ripensando agli eventi che negli ultimi 20 anni lo avevano visto protagonista, ho capito che era sempre stato avanti, ma in un modo mimetico, non come quello di uno che si mette a scrivere pubblicamente ogni riflessione che gli passi per la mente; dopo questa epifania ho voluto tornare a confrontarmi con lui e ho trovato quello che cercavo: andando a livelli più profondi di quanto fatto in precedenza, lui ha rivelato di conoscere quei percorsi e di averci nel tempo piantato i suoi alberi, così ci siamo scoperti più simili di quanto avessimo mai sospettato.
Una prima cosa che mi ha colpito è stato il momento in cui ha completato una mia frase come l'avrei terminata io, quando parlando di figli, Denaro, Libertà, di questo mondo e questo tempo, dell'Esistenza da un'ampia prospettiva, stavo dicendo: «...perché la Vita...»
«...non è una figata.» ha chiuso lui.
Silenzio, e ci guardavamo.
Eh, già. Questo è il punto, espresso in modo semplice e schietto, essenziale quanto basta per non perdere l'essenza del discorso.
Abbiamo chiacchierato per oltre 2 ore passando per molti argomenti, ma alla fine il centro attorno cui ci siamo trovati ad orbitare è l'inafferrabile [non so che] che in qualche modo segna lo spartiacque tra chi è sveglio e chi no, chi vede attraverso le apparenze e chi no, chi vive credendo alla Superficie Pubblica del mondo e chi attraverso quella vede centinaia di altri livelli, interconnessioni e possibilità, che in ultima analisi si riduce alla distinzione tra chi naviga questo mondo come un sommergibile in acque aliene e chi ci sguazza dentro come un pesce autoctono.
La tesi estrema che è emersa è che per qualche ragione ci sono alcune persone impermeabili alla Programmazione, diciamo il 5%, e un grande numero di altre che invece sono perfette per riceverla, non potrebbero vivere senza, il che spiegherebbe perché il mondo sia com'è dimostrando anche che non potrebbe essere diverso.
«Tanta gente, se gli togli il padrone, se ne va a cercare un altro.» dice. Qualche giorno fa io avevo scritto nei miei appunti: "Non puoi liberare chi accetta le catene."
Se non è risonanza questa...
Forse è genetico, forse è la specie che è fatta per funzionare così: nascono alcuni che sono strutturalmente liberi insieme a tanti altri che sono fatti per seguire dei padroni; se appartieni alla prima categoria puoi scegliere se sfruttare la situazione e cominciare a manipolare l'argilla che aspetta solo le tue mani - diventando così un Dominatore, un Sith, oppure fare lo Jedi, e rischiare di tuo per il culo degli altri che sono tutti volontari e non vedono di buon occhio la Gente Strana™ - oppure tirarti fuori dal gioco e lasciare che rotoli affanculo per conto proprio perché, come dicevamo già, non ne sei responsabile, non hai neanche lontanamente la potenza necessaria ad imprimere una svolta, non è nemmeno detto che sia Giusto cambiare le cose e soprattutto non hai avuto qualsivoglia possibilità di scelta quando qualcuno ha preso una decisione e ti ha sputato fuori in questo casino.
C'è una possibile lettura che emerge da un'altra nottata di chiacchiere (e buon vino) veramente ad ampio spettro avvenuta molti mesi fa con Tony, un uomo molto in gamba: chimico, fisico, ricercatore e wild speculator come a me gusta.
Il tema è: ipotizziamo che veramente ci sia reincarnazione e che quindi gli "spiriti" dei viventi si reincarnino alla morte in nuovi nati, proseguendo uno stesso percorso di accrescimento e approfondimento, per cui l'umanità si è evoluta attraverso il continuo riciclo delle stesse entità in una spirale temporale.
Se il quadro è chiaro, in pratica ai tempi di Roma antica c'erano in totale un centinaio di milioni di spiriti umani che erano in giro da parecchio tempo, e questi hanno continuato a girare per altri secoli ancora, finché a metà dell'Ottocento la popolazione mondiale non ha cominciato ad impennarsi raggiungendo gli attuali 7,2 miliardi e più di individui, in pratica popolazione quasi decuplicata nel giro di un secolo e mezzo, 6 generazioni. [vedi dati su Wikipedia]
Se gli spiriti antichi nel 1500 erano 500 milioni, da dove sono venuti gli altri?
O sono stati promossi dai bonobo, o sono stati generati dal nulla con struttura umana ma spirito nuovo di zecca, quindi approssimabile alla profondità spirituale di un Paramecio o di un Escherichia Coli. Quelli che McKenna definisce "lightly here", leggermente qui, esistenti in forma fisica ma spiritualmente appena accennati.
Restiamo nel campo della pura ipotesi speculativa, ma nel campo di questa ipotesi molte cose sembrano spiegarsi automaticamente, e mi torna in mente il sogghigno di Tony quando mi ha imbeccato con questa riflessione sulla banale questione dell'esplosione numerica.
Tutto questo ha coinciso con la Rivoluzione Industriale, il che è stato una manna perché alcuni tra gli spiriti antichi hanno avuto gioco facile in un mondo sempre più pieno di novizi programmabili come memorie flash e in numero sempre più alto così da garantire sia manovalanza che mercati in continua espansione.
È adesso, 2015, che la situazione si fa spinosa, perché i sistemi di programmazione culturale, tra TV e scuola dell'obbligo, hanno svolto bene il loro lavoro di innesto della Realtà Virtuale, ma nel frattempo l'automazione industriale ha cavalcato e la manovalanza serve ogni giorno di meno. Si stanno inventando ogni genere di stupidaggine per tenere impegnati milioni di esseri umani tra carte e computer a tener traccia di cose di nessuna importanza, ma la bomba rischia di scoppiargli tra le mani perché il castello di carte di queste società farlocche è sempre più riconoscibile come tale, e se/quando crollerà l'illusione sarà veramente da ridere, anche perché ci sono in giro spiriti molto vecchi che stanno continuando a crescere e rispuntano nelle nuove generazioni con strumenti più potenti a disposizione.
D'altra parte va detto che l'esplosione demografica è avvenuta in parallelo su tutto il globo, per cui non sa di opera intenzionale di una certa élite ma piuttosto sa di zampino di Gaia, che deve avere in mente qualcosa. Un altro dato interessante è che questo processo è oggi in rallentamento: tutto l'Occidente è in contrazione, gli occidentali con la loro cultura dell'Ego stanno andando verso l'estinzione in favore degli orientali che appaiono molto meglio dotati culturalmente, oltre ad essere il ceppo umano mediamente più intelligente (Q.I. medio = 105).
Tra le ipotesi più ottimistiche c'è la creazione di un nuovo ordine di complessità biologica: qualcuno ha notato che con circa 9 miliardi di atomi emerge la più semplice forma di vita unicellulare, che con circa 9 miliardi di cellule emerge un animale superiore come molti mammiferi e primati tra cui noi umani... e con 9 miliardi di umani? E con una rete che interconnette tutto il pianeta? E con la tecnologia che galoppa verso intelligenza artificiale e robotica? Tutto insieme, tutto in un secolo?
Tra le ipotesi meno ottimistiche c'è l'interpretazione di questo come di un processo esplosivo decisamente canceroso a cui Gaia potrebbe porre termine molto a breve per preservare tutte le cose molto più belle che con fatica e pazienza aveva creato nei miliardi di anni prima delle scimmie pazze, e questo ci riguarda nell'immediato perché è qualcosa che sta avvenendo proprio adesso, negli ultimi 150 anni - che biologicamente sono molto meno di un battito di ciglia.
Comunque, per il palato dei taoisti, diciamo anche che le due ipotesi potrebbero rivelarsi rovesciate in termini di bene/male: il processo ottimista potrebbe avere come scopo la creazione di un unico intelletto planetario basato sulla tecnologia e seguito dalla scomparsa definitiva della specie umana che a quel punto diviene inutile; l'ipotesi pessimistica potrebbe significare un cataclisma che riporterebbe l'umanità a pochi milioni di esemplari con in tasca un'importante lezione di vita sulla natura dell'Universo e dell'esistenza, un nuovo Paradiso Terrestre con cui ricominciare in maniera più assennata.
Oppure, per rendere davvero giustizia al palato taoista, un misto di tutte le cose: un'intelletto planetario basato sulla tecnologia che diventerebbe infinitamente più avanzato di qualunque cosa noi umani potremmo fare da soli (Singolarità Tecnologica) ma che sarebbe basato sulla simbiosi con noi, quindi si occuperebbe, tra le altre cose, di rendere le nostre vite appaganti in un nuovo Paradiso Terrestre tecnologico e naturale, accontendandosi di ridurci al numero che effettivamente ha senso per mantenere il pianeta ricco ed in equilibrio, numero che molti stimano in 500 milioni di esemplari (14 volte meno di oggi) attraverso un accurato controllo delle nascite.
Chissà, potrebbe proporci lo slogan: "più siamo prima ci estinguiamo", che suona molto realistico e a qualche zucca vuota farebbe un gran bene sentirlo.
Il fine di Gaia a quel punto potrebbe essere di partire alla scoperta di nuovi mondi attraverso le nuove tecnologie create dalla Mente Planetaria, cose di cui noi vedremmo solo i risultati senza nemmeno capirli troppo bene, ma a quel punto non avrebbe più tutta questa importanza: come tutte le forme di vita che ci hanno preceduto, dovremmo riconoscere di essere stati solo un vettore per lo stadio successivo di evoluzione.
Il punto - che alcuni trovano indigesto - è questo: la Vita in senso biologico è una serie di strati di complessità appoggiati uno sull'altro; atomi e molecole giocano, ma nell'insieme e a loro insaputa formano cellule semplici. Queste giocano ma a loro insaputa sono inglobate in cellule più complesse (cloroplasti nelle cellule vegetali, mitocondri in quelle animali), queste giocano ma a loro insaputa sono inglobate in organismi più grandi (Te e Me).
Io e Te giochiamo, ma a nostra insaputa...
Non avrai creduto che il gioco sia finito con Te, vero? Dai, scendi dal piedistallo scimmietta. Non fare la pazza.